Itinerario Museo del Marmo (località Fantiscritti) 420 m - Strada Marmifera dei Fantiscritti (Cabina Enel) 620 m c. - Strada Marmifera Fossa Lunga - Cresta SO M. Maggiore - Foce ad Est della Q. 1280, 1240 m c. - Foce a N della Q. 1280, 1270 m - Q. 1332 m - M. Maggiore 1390 m - Cresta NO - Foce a Q. 1321 m - Fossa dei Maggi (ravaneto) - Strada Marmifera dei Vallini 930 m c. - Bivio Colonnata 461 m - Bivio Colonnata/Bedizzano/Museo del armo 400 m c. - Ex Ferrovia Marmifera (galleria) - Museo del Marmo (località Fantiscritti) 420 m
Difficoltà EE, passi di II grado e ultimo tratto di II grado per il M. Maggiore; EE la discesa alla strada marmifera dei Vallini; T i tratti di strada
Dislivelli salita: 1005 m; discesa: 1005 m
Ore effettive Museo del Marmo - Cabina ENEL: 0h 30';
Cabina ENEL - Attacco cresta SO: 0h 45';
Attacco cresta SO - Foce 1240 m c.: 1h 30';
Foce 1240 m c. - M. Maggiore: 1h 00';
M. Maggiore - Foce 1321 m: 0h 30';
Foce 1321 m - Strada Marmifera Vallini: 1h 00';
Strada Marmifera Vallini - Bivio Colonnata: 0h 50';
Bivio Colonnata - Bivio Museo del Marmo: 0h 20';
Bivio Museo del Marmo - Museo del Marmo: 0h 30'
Periodo migliore Aprile, Maggio, Ottobre
Partecipanti Giuseppe, Mirto
Siamo stati il 25 Maggio 2003

 

Il M. Maggiore si innalza con ripidi pendii rocciosi sovrastando le due zone più importanti per quanto riguarda l’escavazione del marmo nelle Apuane e, probabilmente, nel mondo. Al piede del monte, infatti, numerose cave si sono sviluppate per estrarre il prezioso materiale, producendo enormi quantità di detriti (i ravaneti). Ardite strade marmifere si arrampicano a suon di tornanti su per i fianchi delle montagne: fa un certo effetto immaginare un camion che scende per queste vie con il suo blocco di marmo di decine di tonnellate di peso.

 

Salita

Partenza dal piazzale presso il museo del marmo in località Fantiscritti (420 m): il termine “ Fantiscritti “ deriva dal bassorilievo di epoca romana, rappresentante appunto dei fanti, ritrovato anni or sono presso una cava e conservato oggi in un museo della zona.

Si prende la ripida strada marmifera asfaltata (divieto di transito per i mezzi privati tramite sbarra) che sale con molti tornanti verso il Passo del Torrione. Trascurate due deviazioni a destra in corrispondenza del 7° e dell’ 11° tornante si passa presso una cabina ENEL (620 m) e con ultima svolta a destra ci si porta alle Cave Fior di Chiara che hanno intaccato quello che un tempo era il Passo del Torrione, creando pareti artificiali.

Dunque, per raggiungere l’attacco della cresta Sud – Ovest del M. Maggiore, abbiamo proseguito lungo una marmifera che rimonta l’erto versante del monte detto “ Fossa Lunga “. La strada sale con ripidi tornanti per portarsi sulla succitata cresta in corrispondenza di un ripiano a quota 804 metri. Da questa specola, molto interessante la vista su Campo Cecina, il M. Borla e la valle, tutta sovvertita dalle cave.

Da qui, aggirando una parete, abbiamo preso a salire dapprima lungo gli scarti dell’escavazione del marmo, ripidi ed instabili, poi finalmente abbiamo attaccato la nostra cresta.

Il solito, aspro, terreno apuano (lastroni su cui cresce una magra vegetazione e, soprattutto, erba), caratterizza tutto il M. Maggiore salvo sporadiche eccezioni. Malgrado la discreta pendenza, all’inizio oltre i 45°, le difficoltà non sono neanche di I grado ma, come sempre, bisogna saper mettere mani e piedi sugli appoggi giusti.

Quando la pendenza si attenua, si incontra un vecchio palo della luce (visibile anche da sotto) e si prosegue lungo la cresta. La via non è obbligata, ma bisogna tenere conto che a sinistra il versante precipita mentre a destra è dolce. Pertanto è possibile tenersi un po’ a destra del filo di cresta. E’ curioso notare che la cresta è percorsa da un cavo metallico arrugginito ed anche da un vecchio cavo elettrico, mentre circa a metà c’è anche un grosso tondino metallico infisso nella roccia.

Da qui Giuseppe ha proseguito per la cresta integrale (passi di II – III), mentre io ho deciso di raggiungere il vicino canale, scendendo a destra. Non è stato facilissimo, perché il terreno molto sconnesso, la folta erba e qualche salto di roccia costringono a faticosi e disagevoli movimenti: ad ogni modo meglio del previsto.

Il canale presenta un instabile fondo ghiaioso: conviene salire mantenendosi alla sinistra del solco, dove di tanto in tanto si trovano tracce di capre. Faticosamente si raggiunge il punto dove il canale si biforca in due rami, scegliendo quello di sinistra fino ad una foce ad Est della quota 1280 (1240 m c.).

Un bel passaggio di II grado, attrezzato con un vecchio filo di ferro arrugginito, permette di scendere un salto di 5 metri traversando verso destra. Ci si trova nel boschetto menzionato dalla Guida delle Alpi Apuane che però non è di faggi ma di carpini.

Facilmente si sale fino alle selletta a Nord – Est della quota 1280: il versante opposto sprofonda ripidissimo. La cresta non presenta difficoltà: occorre però prudenza poiché ai suoi lati scende un discreto precipizio. Con le cautele del caso abbiamo raggiunto la quota 1332 e con lieve discesa, mantenendosi sul molto esposto versante Orientale, ci siamo portati finalmente alla base dell’ultimo tratto di cresta (1319 m).

E’ indubbiamente il punto più ripido della cresta SO del M. Maggiore. Verso sinistra (Ovest) il pendio di rocce e alberelli scoscende decisamente; verso Est (lato Colonnata), il pendio erboso non è eccessivamente ripido anzi, si può notare che una labile traccia di capre aggira a destra le rocce per portarsi in una valletta che precede la cima del monte.

Dal momento che avevamo con noi una corda di 60 m., con annessi chiodi, moschettoni, casco e martello, abbiamo preferito continuare per lo spartiacque.

Come sempre Giuseppe è salito per primo, cercando i punti più opportuni per rinviare.

Un provvidenziale alberello e due chiodi ben piantati in due fessure sono stati sufficienti per un tiro di 35 metri di II grado. Roccia complessivamente buona ma da saggiare preventivamente.

Dopo questo divertente intermezzo, in pochi minuti siamo arrivati sul M. Maggiore (1390 m; ore 14.10) (ometto). La posizione centrale di questa montagna consente un’interessante veduta sulle valli di Colonnata e Torano. Purtroppo le nuvole nascondevano le cime apuane e così abbiamo solo immaginato il M. Sagro e la catena dal Grondìlice all‘Altissimo (senza considerare il mare…).

 

Discesa

La discesa per la cresta NO del monte è stata ovviamente impegnativa, su terreno impervio ed esposto anche se non difficile, fino alla forcelletta quotata 1321 metri dove abbiamo deciso all’unanimità di scendere verso la prima vecchia cava, rasentando il piccolo rudere.

Sfortunatamente dalla vecchia cava non scendeva alcuna traccia (probabilmente gli smottamenti e la vegetazione hanno cancellato tutto) e dunque non ci è rimasto che il grandioso, ripido ravaneto (Fossa dei Maggi) che scende fino giù in valle alla marmifera. Un ghiaione terribile! In alto i sassi erano troppo piccoli (e poco compattati tra loro) e così cedevano ad ogni passo; in basso i grossi massi costringevano a molte acrobazie ma erano il male minore in quanto erano decisamente più stabili. A due terzi di canalone un punto con ghiaia abbastanza fine mi ha permesso di scivolare giù facilmente; sotto consiglio di Giuseppe, che nel frattempo era già in fondo a riposarsi, mi sono mantenuto sulla destra dove c’erano i massi più grossi raggiungendo a mia volta la marmifera che dai Vallini scende a Colonnata (930 m circa).

Con la strada si scende ripidamente fino ad primo bivio per Colonnata (m. 520 circa; fontana nei pressi), quindi ad un secondo (461 m); scendendo ancora si raggiunge il bivio Colonnata – Bedizzano – Museo del Marmo (400 m circa): bisogna prendere a destra, imboccando più avanti la galleria dell’ex ferrovia marmifera (senso unico). La galleria non è illuminata, per cui è bene avere con sé una pila. Al termine della galleria si sbuca nel piazzale dove è situato il Museo del Marmo.

 


 

01 - Mirto sulla cresta SO del M. Maggiore poco sopra il Passo del Torrione.jpg 02 - Sulla cresta SO del M. Maggiore, verso il Torrione e Carrara.jpg 03 - Nel canale prima della quota 1280.jpg 04 - Giuseppe sull'ultimo risalto della cresta S.jpg 05 - Mirto sulla cresta S del M. Maggiore 1.jpg 06 - Mirto sulla cresta S del M. Maggiore 2.jpg 07 - Le cave dei Vallini dal M. Maggiore.jpg 08 - Il paese di Colonnata dal M. Maggiore.jpg 09 - Il terribile canalone Fossa dei Maggi.jpg 10 - Algerio e Mirto a Colonnata.jpg Mappa_M._Maggiore.jpg