Itinerario Strada Carrara/Torano, Bivio Piastra 221 m – Porcinacchia 207 m – Strada marmifera Cava Créstola – Créstola 551 m – Cresta SO M. Pesaro – Quota 751.3 m M. Pesaro – Versante Ovest M. Pesaro – Strada marmifera Cava Créstola – Porcinacchia – Strada Carrara/Torano, Bivio Piastra 221 m
Difficoltà EE Cresta SO M. Pesaro e discesa alla strada (infido ed esposto); E il resto
Dislivelli salita: 608 m; discesa: 608 m
Ore effettive Bivio Piastra - Porcinacchia: 0h 15';
Porcinacchia - Créstola: 1h 00';
Créstola - Quota 751 m M. Pesaro: 1h 30';
Quota 751 m M. Pesaro - Strada Marmifera Cava Créstola: 1h 30';
Strada Marmifera Cava Créstola - Porcinacchia: 0h 30';
Porcinacchia - Bivio Piastra: 0h 15'
Periodo migliore Primavera e Autunno
Partecipanti Giuseppe, Mirto
Siamo stati il 02 Maggio 2004

 

Anche il M. Pesaro appartiene alla folta schiera dei monti apuani poco conosciuti: esso è un’elevazione della lunga ed accidentata cresta che dal M. Uccelliera scende verso Torano.

 

Salita

L’itinerario ha inizio dalla strada che collega la città di Carrara al paese di Torano, presso il bivio (221 m) per il bacino marmifero di Piastra.

Il modo migliore per arrivare qui è, una volta raggiunto l’Ospedale Civile di Carrara, continuare verso Colonnata fino al bivio subito dopo il Ponte di Vezzala (123 m). Si prende ancora verso Colonnata e dopo circa 200 m altro bivio (139 m) a sinistra, mal segnalato, per Torano. Seguendo ques’ultima strada (senso unico), si supera uno stretto tornante (gli autocarri fanno manovra per girare). Ora sul vecchio tracciato della ferrovia marmifera, la strada corre a mezza costa e dopo due gallerie giunge ad un grande slargo, all’inizio del quale si congiunge da destra un altro ramo dell’ex ferrovia marmifera proveniente dai Ponti di Vara.

La marmifera rimonta ripida il fianco della montagna, sdoppiandosi a quota 330 m circa: si prende il ramo di sinistra che dapprima si inoltra nella valle del Fosso di Pescina, quindi con una svolta a destra l’abbandona (in corrispondenza di questa curva si rientrerà sulla marmifera, scendendo dal M. Pesaro; ravaneto con grossi massi; 366 m) per continuare la salita con altri tornanti e terminando quasi sul crinale.

Si abbandona la strada, salendo a vista e scegliendo il percorso più agevole fino a raggiungere la piccola foce (540 m) posta tra la cresta Sud-Ovest del M. Pesaro e la massima elevazione della Créstola (551 m), su cui vale la pena di sostare per ammirare un vasto panorama. Per gli appassionati di botanica, si segnala la presenza di alcune macchie di Iris selvatici che in primavera, con la loro fioritura violacea, addolciscono l’aspro ambiente circostante e profumano l’aria.

Dalla foce a 540 m si prende a salire lungo la cresta Sud-Ovest del M. Pesaro, che si presenta abbastanza rocciosa ma non è difficile. Altre macchie di Iris, Asfodeli, Violacciocche appenniniche, cespugli di Mirto e qualche albero di Carpino rendono il cammino più vario e piacevole. In particolare, gli arbusti e gli alberi portano i segni della precedente stagione estiva, caldissima e siccitosa: tuttavia queste piante sono riuscite a sopravvivere anche a condizioni del genere pur avendo a disposizione un terreno piuttosto povero.

In qualche punto la cresta si restringe abbastanza, per cui occorre un minimo di cautela (ai lati il pendio è assai ripido). Le difficoltà iniziano a circa 70 metri sotto la quota 751 m del M. Pesaro, che da questa prospettiva assomiglia molto al Pizzone, monte della selvaggia Val d’Alberghi: la cresta presenta passaggi fino al II grado, su un terreno conformato a lastroni con appigli sfavorevoli.

L’alternativa all’arrampicata consiste nel traversare, salendo leggermente, il versante Ovest del monte fino a portarsi sul bordo sinistro orografico del profondo canale posto che ha origine dalla forcella (725 m c.) immediatamente a Nord del M. Pesaro. Aiutandosi prima con i radi alberelli, poi con qualche roccia affiorante, si salgono con molta cautela gli ultimi 25 metri che sono assai esposti e delicati, sbucando sulla piccola ma sufficientemente spaziosa anticima del M. Pesaro (751 m).

 

Discesa

Facendo attenzione al terreno infido ed esposto si ritorna all’incirca al punto dal quale, all’andata, si è deviato dalla cresta Sud-Ovest per iniziare la traversata. Come preventivamente osservato dalla cima, è possibile puntare per radure e bosco direttamente alla marmifera nei pressi della curva con ravaneto sul Fosso di Pescina.

Senza difficoltà, ma con qualche disagio per il terreno sconnesso, si perdono circa 150 metri, quindi si attraversa un impluvio guadagnando il costone che delimita a sinistra il Fosso di Pescina, piuttosto accidentato (grossi scaglioni disposti però in modo favorevole). Si scende ancora, da ultimo più agevolmente, fino a portarsi nel Fosso di Pescina (in genere asciutto ma da non sottovalutare in caso di temporale).

Un piccolo ravaneto di grossi massi separa dalla strada marmifera. Occorre attenzione nel districarsi al meglio tra le asperità, facendo attenzione anche alla presenza di mucchi di foglie secche che nascondono potenziali spaccature.

Una volta raggiunta la marmifera (366 m), si scende rapidamente a Porcinacchia e da qui al Bivio per Piastra.

 


 

01  Anticima del M. Pesaro da Sud.jpg 02 M. Sagro e M. Maggiore dalla cresta Sud del M. Pesaro.jpg 03 Iris.jpg 04 Il M. Betogli da Ovest.jpg 05 Giuseppe tra fiori di Violacciocca appenninica e Asfodeli.jpg 06 La cresta degli Iris.jpg 07 Manca poco alla quota 751 m.jpg 08 La cresta Sud del M. Uccelliera dall anticima del M. Pesaro.jpg 09 Giuseppe sulla quota 751 m del M. Pesaro.jpg 10 Mirto sulla quota 751 m del M. Pesaro.jpg 11_Anticima_del_M._Pesaro_da_Ovest.jpg 12_Anticima_del_M._Pesaro_dalla_partenza.jpg Mappa_Anticima M._Pesaro.jpg