Itinerario Resceto 510 m – Via Vandelli (sent. 35)– Rif. Nello Conti 1434 m.

Rif. Nello Conti 1434 m – Passo della Tambura 1634 m - sent. 148 – M. Tambura 1891 m – M. Crispo 1835 m - Passo della Focolaccia 1645 - Biv. Aronte 1643 m – sent. 167 - Forcella di Porta 1747 m – Q. 1872 del M. Cavallo – M. Cavallo 1888 m – Foce tra la Q. 1882 e la Q. 1888, 1835 m – Canale Cambròn – Passo della Focolaccia – Lizza della Focolaccia (sent. 166) – Resceto 510 m
Difficoltà EE, I-II grado friabile, infido ed esposto: dalla Forcella di Porta alla base del Canal Cambròn; E il resto
Dislivelli salita: 957 + 794 m; discesa: 22 + 1729 m
Ore effettive Resceto - Rif. N. Conti: 3h 00';
Rif. N. Conti - Passo della Tambura: 0h 45';
Passo della Tambura - M. Tambura: 0h 40';
M. Tambura - Passo della Focolaccia: 0h 30';
Passo della Focolaccia - Forcella di Porta: 0h 15';
Forcella di Porta - M. Cavallo: 1h 30';
M. Cavallo - Canale Cambròn - Passo della Focolaccia: 2h 00';
Passo della Focolaccia - Resceto: 2h 15'
Periodo migliore Maggio - Ottobre
Partecipanti Giuseppe, Mirto, Daniele
Siamo stati il 21-22 Maggio 1999

 

Dopo il M. Pisanino (1946 m), M. Tambura (1891 m) e M. Cavallo (1888 m) occupano nell’ordine gli altri due gradini del podio delle cime apuane più alte. Il primo è di facile accesso, in ambiente solare, con aspri canaloni a Sud e un’ampia zona carsica (la Carcaraia) a Nord veramente caratteristica. Il secondo mantiene un aspetto selvaggio su ogni versante (grandioso e repulsivo il fianco Sud-Ovest, che sprofonda nel Canale Cerignano), presentando le tipiche caratteristiche dell’infido terreno apuano.

 

21.05.1999

Il punto di partenza di questo lungo ed impegnativo itinerario è il paese di Resceto, piccolo borgo raggiungibile in auto da Massa. Il luogo è pittoresco, con grandi creste rocciose e valloni impervi: sembra incredibile che il mare disti pochi chilometri.

Dal piazzale di manovra degli autobus (fontana; 510 m) una strada sterrata (è la Via Vandelli; segnavia n° 35) prosegue in salita sul fianco destro della valle, il Canale Pianone. Ben presto si incontra sulla sinistra il sent. n° 170 per la Foce della Vettolina (1021 m) e poco oltre, presso lo sbocco di un valloncello, il bivio poco visibile per la famosa Lizza del Padulello (segnavia n° 166 b), che con andamento vertiginoso sale fino alle omonime cave.

Continuando per la comoda Via Vandelli, ci si avvicina al fondo del Canale Pianone che presenta in questo tratto alcune grandiose marmitte dei giganti, raggiungibili solo con la dovuta attrezzatura e con tempo assolutamente stabile. A quota 688 m altro bivio con la Lizza Silvia (segnavia n° 166), grandioso percorso che raggiunge le cave sottostanti il Passo della Focolaccia.

Attraversato il Canale Pianone con una ardita passerella metallica (703 m), la Via Vandelli inizia a salire per il fianco della montagna con pendenza regolare e diversi tornanti. Man mano che si guadagna quota ci si rende conto dell’ambiente selvaggio circostante, tutto canaloni e creste rocciose, dove la vegetazione arborea è relegata nei posti meno acclivi e più umidi.

A quota 788 m si incontra una lapide in marmo che reca la scritta: “ Via Vandelli – Strada Ducale del 1700 – Località Le Teste m 788 s.l.m.”. Molto più in alto si trova una bella marginetta (1124 m), realizzata nel 1996; sull’architrave in legno si legge che per il Rif. Nello Conti mancano 40 minuti, mentre per il Passo della Tambura occorre 1 ora di cammino: forse questi tempi sono un po’ troppo ottimistici, almeno per la maggioranza dei frequentatori della Vandelli.

Dopo un paio di tornanti una lunga traversata in ascesa porta sotto la Finestra Vandelli (1423 m), preceduta da alcuni tornanti. In corrispondenza del primo a destra (1313 m) bivio poco evidente con il sent. n° 163 che collega la Via Vandelli con la Lizza Silvia, innestandosi su questa intorno a quota 1000 metri, passando per luoghi impervi. Subito sotto la Finestra Vandelli, altro bivio: a sinistra si prosegue per il Passo della Tambura, a destra si va al Rif. Nello Conti. Seguendo quest’ultimo sentiero, si valica la Finestra Vandelli (1423 m; si apre una vista grandiosa sull’Alto di Sella) e con brevi saliscendi tra piccole guglie rocciose (I Campaniletti) si raggiunge il Rif. Nello Conti (1434 m), di recente costruzione.

 

22.05.1999

Dal Rif. Nello Conti si torna alla Finestra Vandelli ed alla Via Vandelli, che conduce comodamente al Passo della Tambura (1634 m): in versante garfagnino, circa 50 metri sotto il valico, sorgente presso un rudere (Casone; 1580 m c.).

La successiva cresta Sud del M. Tambura è agevole, malgrado il terreno friabile su roccette e detriti, e conduce fino all’ampia cima del monte (1891 m) da cui si ammira uno dei panorami più estesi delle Apuane. Si vede molto bene anche il M. Cavallo con le sue gobbe, separato dal M. Tambura dal Passo della Focolaccia.

Si scende per l’ampia e facile cresta Nord-Ovest del monte, superando alcune contropendenze (una di queste è detta M. Crispo 1835 m), fino a raggiungere il Passo della Focolaccia (1645 m), luogo ormai sconvolto dalla cava che ha eroso un’ampia porzione del valico. Da qui in pochi minuti si perviene all’Aronte (1643 m), sul versante marino, primo rifugio costruito sulle Alpi Apuane, importante punto d’appoggio quando strade e cave non avevano ancora modificato profondamente la zona.

Per la Forcella di Porta (1747 m) occorre rimontare il ripido pendio prativo dietro l’Aronte, trovando ogni tanto qualche traccia (il segnavia, poco evidente, è il n° 167). Sotto il valico, dentro una buca, si trova una sorgente non perenne.

Anche qui il panorama è bellissimo, dato che si apre la vista sui selvaggi valloni del Canale Cerignano e del Canale degli Alberghi, dominati dai monti Cavallo, Contrario e Grondìlice: è il cuore delle Apuane.

Dalla Forcella di Porta occorre aggirare a sinistra (versante Cerignano) l’ultima quota del M. Cavallo (1850 m): a questo scopo è possibile seguire verso destra per un tratto in lieve discesa il sent. n° 167 e deviare verso la cresta del M. Cavallo non appena il pendio (pur sempre ripido e accidentato) non offre particolari difficoltà. Si giunge così sulla esposta cresta SSE del M. Cavallo ed alla selletta erbosa tra la quota 1850 e la quota 1872 che si dovrà salire.

Iniziano ora le difficoltà vere e proprie: rocce friabili, lastroni inclinati, tanta erba e, naturalmente, esposizione costante. In particolare, la quota 1872 si sale per terreno roccioso ripido, molto friabile ed esposto. A seguire una delicata (I grado assai friabile) e molto esposta discesa ad una forcella (1845 m): verso Ovest si apre un canale dall’aspetto repulsivo e si capisce come mai il versante marino del M. Cavallo sia ancora vergine.

Sempre con le cautele del caso si risale sulla gobba successiva (1870 m), scendendo poi ad un’altra forcella (1855 m): la prossima cima è il M. Cavallo (1888 m). La quota massima da questa parte risulta meno impegnativa di quanto possa sembrare, ma comunque non è da sottovalutare.

L’esposizione ed il terreno friabile ed infido consigliano di sostare in vetta facendo attenzione a dove sedersi o camminare.

La discesa alla forcella del Canale Cambròn risulta assai impegnativa e delicata: si comincia perdendo quota rapidamente per tracce nell’erba. La presenza di una sorta di sentiero non deve far dimenticare che si sta percorrendo uno scosceso ed esposto scivolo erboso. A seguire lastroni rocciosi molto friabili che sprofondano verso il Canale Cerignano: occorre la massima cautela, al limite ci si può calare in corda doppia (si trova una sosta con un paio di chiodi: saggiarli, prima!) per perdere gli ultimi 20 metri circa prima della forcella (1835 m).

All’intaglio ha origine il Canale Cambròn, incassato e poco invitante a prima vista, che invece offre l’occasione per scendere velocemente ed in sicurezza: a questo scopo, però, occorre avere almeno una corda da 50 metri, imbraco, casco, qualche cordino e qualche moschettone. Avendo con sé l’attrezzatura, ci sono 3 soste lungo il canale (la prima presso la forcella, sotto un masso) che permettono una discesa senza problemi.

Dato che il 22/05/99 il fondo del Canale Cambròn risultava completamente innevato (anche 2 metri di neve!), non sappiamo se ci siano o meno dei salti rocciosi. Tuttavia, anche se il canale fosse percorribile, si tratterebbe comunque di terreno apuano impegnativo per il quale è sempre buona regola avere con sé (e sapendo adoperarla correttamente!) l’attrezzatura alpinistica.

Al termine della terza calata in corda doppia il canale si allarga e si confonde con il versante ENE del M. Cavallo. In breve si perviene sulla strada marmifera che da Gorfigliano sale al Passo della Focolaccia e la si segue verso destra ritornando di nuovo al valico (1645 m).

Bisogna ora perdere circa 200 metri di dislivello con la strada marmifera per raggiungere le Cave Magnani (grosso edificio; 1346 m). Il segnavia n° 166 indica la direzione giusta da seguire, dapprima per terreno roccioso ed aperto, poi lungo la vecchia Lizza Silvia che, incuneandosi nella valle, scende ripida e disagevole; la stanchezza, unita al caldo spesso afoso in questa zona, inizia a farsi sentire.

Si ritorna quindi sulla Via Vandelli (q. 688) e con questa a Resceto.

 


  

01 - Daniele sul ponticello metallico della Via Vandelli.jpg 02 - Uno scorcio suggestivo della Via Vandelli.jpg 03 - Giuseppe osserva una marginetta presso la Via Vandelli.jpg 04 - Il M. Cavallo dal M. Tambura.jpg 05 - Mirto sul M. Tambura con il mare alle spalle.jpg 06 - Il Rif. Aronte e la Punta Carina.jpg 07 - Roccandagia e Tambura da nord-ovest.jpg 08 - Mirto guarda verso la cima.jpg 09 - Le gobbe del M. Cavallo dalla cima principale.jpg 10 - Daniele, Mirto e Giuseppe in cima al M. Cavallo.jpg 11 - Giuseppe scende in corda doppia lungo il Canale Cambron.jpg 12 - Daniele scende in corda doppia lungo il Canale Cambron.jpg 13 - Mirto scende in corda doppia lungo il Canale Cambron.jpg 14 - La cava di marmo al Passo della Focolaccia.jpg 15 - Tra la nebbia appare la Punta Carina.jpg 16 - Daniele e Giuseppe sulla lizza Silvia.jpg Mappa_M._Cavallo-M._Tambura.jpg