Itinerario Oneta 304 m - Bivio sent. 01 - Santa Cristina 490 m c. - Cresta NNE M. Agliale - M. Agliale (Osservatorio Astronomico) 757 m - S. Bartolomeo 750 m c. - Croce Q. 762 - M. Bargiglio 866 m - Cresta SE M. Bargiglio - Versante Sud M. Bargiglio - Innesto su mulattiera Cune/Crocialino - Bivio 614 m (strada Cune/Crocialino) - Cune 517 m - Via di Oneta - Oneta 304 m
Difficoltà E
Dislivelli salita: 661 m; discesa: 661 m
Ore effettive Oneta - S. Cristina 0h 45'; S. Cristina - M. Agliale 0h 45'; M. Agliale - S. Bartolomeo 0h 25'; S. Bartolomeo - M. Bargiglio 0h 30'; M. Bargiglio - Cune 0h 50'; Cune - Oneta 0h 40'
Periodo migliore Ottobre - Aprile
Partecipanti Giuseppe Berti, Giovanni Blasich, Mirto Blasich
Siamo stati il 16 Gennaio 2005

 

Dei tanti monti poco noti delle Apuane Meridionali, il M. Bargiglio merita una nota particolare. La sua posizione dominante sulle valli del Serchio e della Lima è stata in passato sfruttata per la costruzione di una torre di avvistamento: un punto così strategico da essere soprannominato “ l’Occhio di Lucca “.

 

Testo di: Giovanni Blasich

 

Salita

Il nostro incontro si realizza all’esterno della stazione di Pistoia. Dopo la tradizionale sosta a Ponte a Moriano raggiungiamo, alle 08.40, Oneta (m 304), frazione collinare di Borgo a Mozzano. Verso le 09.00 iniziamo il nostro cammino. Fa abbastanza freddo. Le macchine in sosta hanno uno spesso strato di brina gelata sul tetto. La giornata si presenta soleggiata.

Attraversando il piccolo gruppo di case che si raccoglie intorno alla chiesa, noto il monumento ai caduti dedicato al Paracadutista Daniele Matelli, caduto in tempo di pace al servizio della Patria il 9.11.1971 nelle acque della Meloria. Ricordo vagamente che in quell’anno un Ercules, di stanza a Pisa, di ritorno da una missione di pace (in Congo?) si inabissò davanti a Livorno. Dal monumento seguiamo Via IV Novembre, passando accanto ad una marginetta (334 m) e sbucando sulla strada Oneta – Cune (347 m; nei pressi, casa con alcuni cipressi), superando la quale saliamo per comoda stradella, in direzione nord. Una poiana sorveglia dall’alto i nostri movimenti. Forse siamo passati vicino al suo nido o abbiamo disturbato un suo puntamento di preda.

Una costruzione in alto fra gli alberi è il nostro primo  traguardo. Noto che compare e scompare mano a mano che proseguiamo, seguendo il tracciato della stradella. Arrivati alla sommità del crinale, bivio con una pista forestale percorsa dal sent. n° 01, 475 m c. (che dovrebbe salire fin da Borgo a Mozzano, passando per il borgo di Rocca).

Per alcuni metri saliamo per la pista, poi presso una piccola fontana con cartello di segnalazione del sentiero giriamo bruscamente a sinistra, raggiungendo dopo poco la chiesetta di Santa Cristina (490 m c.), costruzione semplice ma ben conservata. Ovviamente è chiusa, ma si può osservarne l’interno da due piccole finestrelle dell’ingresso. Fra due cipressi, al limitare del viale di accesso, resti di un’altalena.

Tornati sul viottolo principale, al cui margine c’è una fontana, seguiamo le indicazioni di un segnale (sent. n° 01). Ora il sentiero, in leggera salita, si sviluppa nel bosco, all’ombra, sul versante settentrionale del crinale, in direzione Sud-Ovest rimanendo al di sotto della cresta.

Ad un certo punto saliamo bruscamente sulla sinistra e raggiungiamo la sommità del M. Agliale (757 m) dove si trovano due costruzioni, di recente terminate: una è un osservatorio astronomico con il tetto apribile, l’altra è un centro di accoglienza, in fase di completamento. Con nostra sorpresa è aperto. Profuma di legno e di pulito. Non una scritta o cartaccia. Strano, non è stato ancora conosciuto dalle orde distruttrici dei vacanzieri domenicali. Prendiamo dall’interno delle sedie di plastica per sederci comodamente all’esterno. Merenda nel sole e nel silenzio del bosco.

Ripreso il cammino, scendiamo per una ripida stradina in parte asfaltata ad una sella (692 m, marginetta e cartello indicatore per l’osservatorio astronomico; il sent. n° 01 si innesta sulla stradina poco sopra) dove ci sono alcuni casolari al limitare di una radura. Qui bivio con la strada asfaltata che sale da Cune e pannello informativo con rappresentati i sentieri segnati della Media Valle del Serchio. Si sale per la strada principale fino ad un successivo incrocio (710 m circa): un altro cartello fornisce notizie storiche sulla Torre del M. Bargiglio.

 

Questa Torre era chiamata anche “Occhio di Lucca” perché costituiva il sito per mezzo del quale la Repubblica di Lucca, nei secoli XII e XIII, assicurava la sorveglianza sul proprio territorio. La torre del Bargiglio era in collegamento visivo con altre torri, in primis con la Torre di Palazzo di Lucca.

Il sistema di allarme era semplice ma ingegnoso. La presenza di un pericolo era segnalata con il fumo di giorno, con il fuoco la notte. Per ogni cavaliere avvistato si dava un colpo di campana, poi sostituito da un colpo di cannone, chiamato in gergo “botte di coda”. La torre ricevente il segnale rispondeva con un colpo a salve.

 

Una ripida strada sulla sinistra ci porta al romitorio di San Bartolomeo (745 m c.).

Un pannello didattico riporta le seguenti informazioni:

 

“Le prime notizie di insediamenti religiosi nel territorio di Borgo a Mozzano risalgono all’VIII secolo ma solo a partire dal X secolo si assiste all’organizzazione di un vero e proprio sistema di controllo del territorio attraverso il sistema di pievi e di chiese suffraganee. Il romitorio di San Bartolomeo testimonia, nonostante i numerosi rimaneggiamenti, la persistenza ancora verso la fine dell’XI secolo di una tradizione costruttiva locale influenzata dai prototipi lombardi di ascendenza ravennate diversi dalle forme architettoniche riscontrabili in edifici simili e coevi, come la Pieve di Cerreto e di San Giusto di Puticiano. Costruito nel X secolo, il romitorio raggiunse la sistemazione definitiva nel secolo XII – XIII, quando la chiesa venne dotata dell’abside. Il nucleo di San Bartolomeo è ricordato nell’inventario delle chiese della diocesi di Lucca del 1260, nello statuto lucchese del 1308 e nelle Cronache del Sercambi del 1373”.

 

Prima di raggiungere il sito della chiesa si incontrano diverse costruzioni, in buone condizioni, alcune abitate. Un leccio enorme domina le altre piante del bosco. Un corridoio vegetale costituito da piante di bossolo (bussolo dice Giuseppe) affascina per la sua bellezza e meraviglia per il tempo che la pianta (lenta nel suo sviluppo) ha impiegato per arrivare alla conformazione attuale, su un pendio in salita, leggermente curvo: a Cune viene detto “ Via dell’Amore “.

Si perviene quindi sul prato antistante l’abside della chiesa, oggi chiusa. Un tozzo campanile, staccato dalla chiesa, completa il complesso religioso che ha un fascino particolare.

Per un sentiero a zig zag sul crinale raggiungiamo una grande croce, visibile anche di notte dal piano, per la presenza di un filo di lampadine che ne segna il contorno. Panchina per riposarsi e prendere il sole, con veduta panoramica sulla valle del Serchio.

Da qui si scende verso Ovest per una traccia a tornanti che si innesta su un sentiero (a destra è possibile tornare al romitorio di S. Bartolomeo aggirando a Nord la grande croce appena visitata). Continuando per il crinale verso il M. Bargiglio, si trova una evidente traccia che sale da sinistra verso destra: non bisogna proseguire per questa, ma occorre salire dritto imboccando un sentiero: questo bivio non è molto evidente, ma due segni azzurri aiutano nell’individuare la giusta via.

Il sentiero, ben presto piuttosto ripido, sale nel bosco rado e raggiunge l’ampia cresta Nord del M. Bargiglio (ometto), prevalentemente erbosa con qualche basso cespuglio, conducendo allo spiazzo sommitale dove si trovano i resti della Torre (866 m).

Vi saliamo sopra. Di forma circolare conserva ancora la bocca della cisterna ed alcune aperture finestre verso valle. La torre fu costruita verso la fine secolo XIII, inizio secolo XIV, con la forma di torrione a base quadrata. In prosieguo di tempo vi fu innalzata sopra una torre circolare, dotata sia di un cassero quadrangolo con finestre strombate con arco a sesto ribassato, sia di una cisterna di acqua piovana.

Il panorama è davvero superbo. Da Est verso Ovest la successione dei monti è la seguente:

- M. Gennaio, Corno alle Scale, parzialmente innevati;

- M. Giovo, M. Rondinaio, Alpe Tre Potenze;

- Cima Càrici, Pania Secca, Pania della Croce, M. Corchia, M. Croce, M. Matanna, M. Piglione, M. Prana, M. Pedone.

Ai piedi della Torre diroccata un cartello illustra il progetto di recupero della zona:

 

“Il progetto di recupero del sito fortificato del Monte Bargiglio si inserisce in un più ampio intervento che si propone di valorizzare anche le altre attività che in passato furono in qualche modo legate alla struttura militare.

Tutti i lavori sono stati promossi dalla Comunità Montana della Media Valle del Serchio e cofinanziati attraverso il GAL Garfagnana Ambiente e Sviluppo, dalla Comunità Europea, iniziativa LeaderPlus (Liaisons Entre le Developpement de l’Economie Rurale) con Fondi Feoga (Fondo Europeo di Orientamento e Garanzia in Agricoltura).

La Direzione scientifica delle operazioni relative alla ricerca storica ed allo scavo archeologico, condotto sotto la supervisione della Soprintendenza per i beni archeologici della Toscana, è stata affidata all’Università degli Studi de L’Aquila”.

Non riesco a capire se il progetto di recupero sia in atto o se sia concluso con l’installazione di qualche pannello illustrativo, due o tre metri di ringhiera in legno e  niente altro.

 

Discesa

Verso le 13.30 iniziamo la discesa, in direzione Sud-Ovest, utilizzando un buon sentiero che si mantiene nei pressi del crinale. Giunti ad una selletta (825 m c.), si tralascia l’evidente traccia a destra per seguirne una verso sinistra, ignorando sulla destra un altro sentiero quasi nascosto dall’erba.

Quest’ultimo, segnato in azzurro, conduce in breve ad una foce (località Crocialino 780 m circa), nei pressi della strada asfaltata che proviene da Cune. Presso un edificio ed una piccola croce in ferro si stacca un ampio sentiero sassoso che scende a sinistra in direzione di alcuni alpeggi posti a Sud del M. Bargiglio; poco oltre questi si innesta da sinistra il sentiero da noi percorso in discesa. La grande traccia che da Crocialino continua in quota verso Sud aggira la tondeggiante cima de Il Forte e in pochi minuti porta al punto in cui gli amanti di parapendio si lanciano verso Diecimo.

Si continua la discesa tra zone boscose e campi abbandonati, volgendo progressivamente verso Sud e immettendosi quindi nella mulattiera che proviene da Crocialino. La presenza del selciato e di una cappella più in basso conferma che si tratta di una via di comunicazione importante, che probabilmente collegava il paese di Cune con l’abitato di Motrone.

In basso l’ampia mulattiera confluisce, nei pressi di un metato, in una stradina sterrata; poco più giù si raggiunge la strada asfaltata (614 m) che sale da Cune. Anziché continuare con questa, la si attraversa ritrovando il tracciato della vecchia mulattiera che comodamente scende fino alle prime case di Cune (560 m; altra piccola cappella). Seguendo la Via XX Settembre, tra antiche case molto suggestive, si raggiunge la piazza della chiesa di Cune (517 m).

Sosta per un caffè al circolo di Cune. Poi discesa fino ad Oneta, dapprima lungo la Via di Oneta, quindi lungo la strada asfaltata che collega i due paesi (circa 1.5 Km), dove arriviamo verso le 15.30, completando così il nostro circuito ad anello.

 


 

01 - La piccola chiesa di S. Cristina.jpg 02 - Merenda all'osservatorio di M. Agliale.jpg 03 - L'osservatorio astronomico di M. Agliale.jpg 04 - Il M. Bargiglio dal M. Agliale.jpg 05 - La Via dell'Amore.jpg 06 - Le Panie dal M. Bargiglio.jpg 07 - Il M. Agliale dal M. Bargiglio.jpg 08 - Cune e Borgo a Mozzano dal M. Bargiglio.jpg 09 - Borgo a Mozzano e M. Gallione dal M. Bargiglio.jpg 10 - Giuseppe, Giovanni e Mirto sul M. Bargiglio.jpg 11 - Il M. Bargiglio da Sud.jpg 12 - Vecchio macchinario per la lavorazione delle castagne.jpg Mappa_M._Agliale-M._Bargiglio.gif