Itinerario Strada Vinca/Valle di Vinca (Fosso di Nebbieto) 925 m – Casa Farfareto (rud.) 995 m c. – Deviazione da sent. 37 1220 m c. – Deviazione per la Cengia 1400 m c. – Prima Spalla 1460 m c. – Rampa dei Signori – Seconda Spalla 1510 m c. – Terza Spalla (Lo Spiaggione) 1550 m c. – Orto Botanico – Ombrellone – Passo del Gatto – Innesto su sent. n° 186 1650 m c. - Foce di Rasori 1318 m - Capanna Garnerone 1261 m - sent. n° 38 - Casa Farfareto (rud.) - Strada Vinca/Valle di Vinca 925 m
Difficoltà EE la Cengia del Garnerone, richiesto orientamento; E il resto
Dislivelli salita: 725 m; discesa: 725 m
Ore effettive Strada Vinca - Deviazione da sent. 37: 1h 00';
Deviazione da sent. 37 - Deviazione per Cengia del Garnerone: 0h 40';
Deviazione per Cengia del Garnerone - Innesto sent. 186: 2h 00';
Innesto sent. 186 - Foce di Rasori: 0h 50';
Foce di Rasori - Capanna Garnerone: 0h 15';
Capanna Garnerone - sent. 38 - Strada Vinca: 0h 40'
Periodo migliore Maggio - Ottobre
Partecipanti Giuseppe, Mirto
Siamo stati il 30 Maggio 2004

 

Osservando dal M. Sagro l’articolato versante occidentale della Cresta Garnerone, si nota a circa metà altezza una sorta di grande cengia ascendente che collega il vallone sottostante la Foce del Gobbo con il sent. n° 186, poco sotto la Foce del Grondìlice. Il sopralluogo compiuto il 30 Maggio 2004 ha confermato impressioni e speranze, facendo addirittura constatare che la cengia è meno difficile di quanto possa sembrare se vista da lontano.

L’itinerario qui descritto non è presente né sulla guida delle Apuane né, per quanto abbiamo potuto verificare, su altre pubblicazioni; nemmeno chiedendo in giro informazioni abbiamo avuto un riscontro positivo, dunque è probabile che si tratti di una nuova via, anche se non è da escludere che in passato pastori e cacciatori abbiamo sfruttato le ampie terrazze della montagna per spostarsi senza perdere quota.

Aggiornamento del 18 Maggio 2020: risulta dalle note descrittive della Carta Geologica delle Apuane, redatta da Zaccagna, che questo percorso era già noto ai locali di Vinca. I toponimi in uso: Cengia del Garnerone oppure Cengia dei Pastori.

 

Salita

Si lascia l’auto sulla strada forestale che da Vinca si inoltra nella vallata, in corrispondenza dell’inizio del ponticello sul Fosso di Nebbieto (925 m). Un sentiero ben tracciato sale ripido a sinistra, in direzione NO, inoltrandosi nel castagneto. Dopo pochi minuti la pendenza si attenua e si esce dal bosco in corrispondenza dei ruderi della Casa Farfareto (995 m c.; lamponi invadenti e grosso ciliegio).

 

Continuando per la buona traccia, si giunge su una stradina sterrata, chiusa al traffico privato, che proviene da Vinca e lungo la quale corre il primo tratto del sent. n° 38. Volendo transitare per la Capanna Garnerone (1261 m), si seguono i segni del sentiero che lasciano la carrareccia poco più in alto, presso una diramazione a sinistra; tuttavia, essendo diretti alla Cengia del Garnerone, conviene senz’altro puntare a vista verso lo sbocco del vallone che scende dalla Foce del Gobbo, rimontando un ripido pendio erboso con qualche roccetta sparsa. Come punto di riferimento si prende il ghiaione che, adagiato sul fondo del vallone, scende fino ad intersecare il sent. n° 37.

Il primo punto di riferimento per la cengia si trova sul sent. n° 37, a quota 1220 m c.;  su un sasso con il caratteristico segno del CAI è stato eretto un ometto di pietre: d’ora in poi il percorso è contrassegnato in questo modo.

Faticosamente si sale verso la Foce del Gobbo, mantenendosi a destra del solco principale, su terreno prevalentemente erboso con detriti e qualche roccetta. Guadagnati 200 metri di quota, a circa 1400 m occorre deviare verso destra: un varco tra i faggi sembra fatto apposta per imboccare la cengia. Si sale per questo, poi lungo una crestina rocciosa con faggi che fa da sponda destra ad un ripido canalone: si vede da qui la Prima Spalla (1460 m c.).

L’attraversamento del canalone costituisce il punto più impegnativo della giornata, in quanto occorre dapprima salire sulla sua sponda destra, sopra gli ultimi faggi, superando una breve fascia di rocce con ciuffi d’erba (tipico terreno apuano); poi si passa il canale (neve fino a tarda primavera) e per ripidi verdi e detriti si doppia la sponda sinistra (breve passaggio di roccia). Mantenendosi alla base dei faggi e facendo attenzione al ripido e scivoloso terreno erboso, si traversa, sempre in leggera salita, fino alla Prima Spalla (1460 m c.).

Da qui si continua sempre il leggera salita, ora su terreno aperto ora in mezzo ai faggi (ometti), e si scavalca una leggera depressione (1489 m; è la sella che separa il versante Ovest della Punta Nord del Garnerone da 3 Guglie della Vaccareccia: Torre Biforca, Torre Cartuccia, Torre Torracca). Una comoda cengia ascendente (Rampa dei Signori: per regolarità e logica, sembra artificiale) è intagliata nei lastroni e permette di non perdere quota. Attraversato un impluvio, un breve passaggio esposto su terreno instabile (attenzione) conduce alla Seconda Spalla (1510 m c.).

Bisogna ora superare un grande canalone, in parte detritico ed in parte erboso, seguendo gli ometti e qualche traccia; lasciato sulla sinistra un anfratto (possibile bivacco di fortuna) si sale facilmente alla Terza Spalla (1550 m c.), da noi soprannominata Lo Spiaggione per l’ampiezza e la forma pianeggiante (in realtà è la sommità della Torre Mozza; poco più in basso svetta l’elegante Torre Tita). Da questo punto, bellissima terrazza panoramica, si vede la parte rimanente del percorso.

Un’ottima cengia erbosa corre sotto la parete della Torre Calderone, sempre in leggera salita. In una nicchia si possono ammirare, tra la fine di Maggio e la prima metà di Giugno, i graziosi fiori della Peonia (Orto Botanico), pianta protetta e purtroppo molto rara. Più avanti la cengia quasi si confonde con il pendio, ma prima di raggiungere un costone si fa ancora ben marcata ed intagliata nella roccia: un roccione aggettante (Ombrellone) e un breve ma caratteristico Passo del Gatto concludono la traversata. Guadagnando alcuni metri si scavalca il costone e poco oltre ci si innesta sul sent. n° 186 (grosso ometto; 1650 m c.).

 

Discesa

Il ritorno a valle può avvenire lungo la Cengia del Garnerone appena percorsa, oppure si scende con il sent. n° 186 alla Foce di M. Rasori, per detriti e roccette; un canalino ben gradinato conduce alla base del monte, dove la traccia prosegue tra alte erbe fino alla piazzola dell’elisoccorso ed alla Foce di M. Rasori. Da qui in breve alla Capanna Garnerone, dove il buon sent. n° 38, tra qualche radura e bosco rado, conduce alla carrareccia proveniente da Vinca; ancora pochi minuti ed ecco nuovamente la strada (Fosso del Nebbieto; 925 m).

 


  

01 - Giuseppe sulla prima spalla.jpg 02 - Giuseppe con la Seconda Spalla.jpg 03 - Giuseppe sulla Rampa dei Signori.jpg 04 - Mirto con lo Spiaggione (Terza Spalla).jpg 05 - Sguardo all'indietro dalla Seconda Spalla.jpg 06 - La cengia da percorrere dallo Spiaggione.jpg 07 - Una ardita parete sovrasta lo Spiaggione e la cengia.jpg 08 - Il mare dalla Cengia del Garnerone.jpg 09 - Giuseppe affronta il Passo del Gatto.jpg 10 - Avanti il prossimo!.jpg 11 - Mirto all'uscita.jpg 12 - Giuseppe all'uscita.jpg Mappa_Cengia_Garnerone.jpg