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Itinerario Vagli di Sotto (incrocio via di Boana) 578 m - Canale Scuro 569 m - mulattiera per Bascugliani - rudere 590 m c. - bivio 600 m c. - bivio (crocevia) 685 m c. - mulattiera (fosso) - fosso - zona con castagni schiantati - fosso con masso (riparo di fortuna) - Strada di servizio acquedotto 920 m c. - ruderi in località Bascugliani - Ultima presa acquedotto 1220 m c. - Sella tra M. Pallerina e M. Croce 1272 m - Dorsale Nord del M. Croce - M. Croce 1535 m - Sella tra M. Croce e Colle el Gallone 1495 m - Versante Est Colle el Gallone - Sella tra Colle del Gallone e M. Fiocca 1450 m c. (traliccio metallico giallo) - Valle del Fosso di Cima - Buca dei Fulmini 1320 m c. - Strada marmifera 1275 m c. - Piastra Tonda - Bivio Cave di Boana 1012 m - Piazza d'Armi - Vagli di Sotto (incrocio via di Boana) 578 m.
(Le quote sono prese dalla CTR regionale numerica) 
Difficoltà EE, necessario orientamento
Dislivelli salita: 970 m; discesa: 970 m
Ore effettive Vagli di Sotto - Sella tra M. Croce e M. Pallerina: 2h 35'; Sella tra M. Croce e M. Pallerina - M. Croce: 1h; M. Croce - Sella 1450 (traliccio giallo): 15'; Sella 1450 - Buca dei Fulmini: 15'; Buca dei Fulmini - Strada marmifera: 15'; Strada marmifera - Bivio Cava Boana: 25'; Bivio Cava Boana - Vagli di Sotto: 1h 10'
Periodo migliore Primavera e Autunno
Partecipanti Giuseppe, Mirto
Siamo stati il 10 Dicembre 2006

 

Salita al M. Croce con partenza da Vagli di Sotto. Per raggiungere gli alpeggi in località Bascugliani si seguono sentieri abbandonati che si snodano in un vasto castagneto percorso da molti ruscelli; più in alto si segue l’ampia dorsale che collega il M. Pallerina al M. Croce, tra faggi secolari. La vetta del M. Croce consente di ammirare un panorama molto interessante sul poco conosciuto versante settentrionale del M. Sumbra

 

Salita

La partenza avviene dal paese di Vagli di Sotto, raggiungibile da Poggio (circa 10 km). Si lascia l’auto presso l’inizio della strada (578 m) che conduce nella valle compresa tra il M. Sumbra e il M. Croce (per questa si scenderà).

Seguendo la strada dalla quale si è arrivati, a ritroso verso Vagli di Sopra, e percorsi circa 300 m, subito dopo alcune case rustiche si perviene ad un fosso: il Canale Scuro 569 m [ore 0.10 dalla partenza]. Inizia sulla sinistra orografica una pista che guadagnati alcuni metri presenta un bivio nei pressi di una antenna con parabola: si svolta a destra, imboccando un’ampia mulattiera che si inoltra nel castagneto lasciando sulla sinistra un rudere (590 m c.) (sulla destra c’è un sentiero che scende).

Pochi metri oltre altro bivio a 600 m c. [ore 0.05; ore 0.15]: si prosegue con la traccia di sinistra (a destra un’ampia pista), salendo a destra di un poco pronunciato costone e sfruttando, tra le tante, la traccia di sentiero più comoda che attraversa un piccolo impluvio e conduce su una dorsale con visuale sufficiente (quando mancano le foglie degli alberi) da poter scorgere la zona di Bascugliani. Seguendo la dorsale, in direzione Sud, si incontra un’ampia mulattiera che si segue verso destra (Sud-Ovest).

La mulattiera corre pochi metri sotto il culmine di una dorsale; numerosi sentieri si staccano dalla via principale, alcuni ben conservati: è preferibile rimanere vicino al crinale e non perdere quota. A circa 690 m si incontra un crocevia su detta dorsale [ore 0.15; ore 0.30]: il luogo è caratterizzato da alcuni cespugli di stipa e da una piccola betulla isolata.

Un sentiero prosegue in direzione Sud-Ovest, abbandonando il costone: bisogna continuare lungo il crinale, incontrando poco oltre un’altra betulla (molto più grande della precedente). A questo punto un sentiero volge verso destra e progressivamente raggiunge un impluvio con un ruscello. Pochi metri sopra, una cascatella del ruscello fa pensare alla presenza di un muro a secco rovinato: in effetti è così, si tratta di una mulattiera ben conservata [ore 0.15; ore 0.45].

[Dalla grande betulla si può proseguire lungo la dorsale, incontrando la mulattiera e procedendo verso destra fino all’impluvio].

Il buon sentiero scavalca un dosso (castagno schiantato) e passa un altro impluvio. Ancora un dosso e si giunge in una zona dove ci sono molti alberi abbattuti che intralciano la via [ore 0.15; ore 1.00]. L’ostacolo si aggira convenientemente verso monte (tracce). Poco oltre occorre guadare un torrente che scorre tra massi molto scivolosi (un minimo di attenzione). In sponda sinistra si passa accanto ad un grosso macigno con ampia nicchia alla base (eventuale riparo di emergenza, usato sicuramente dagli animali) [ore 0.10; ore 1.10].

La mulattiera dirige verso un altro fosso, ricco di acqua come il precedente, ma invece di raggiungerlo sale con delle svolte lungo il costone che separa i due impluvi. Guadagnati circa 80 metri, si passa accanto ad una copiosa sorgente, captata da una costruzione di acquedotto raggiunta da una strada di servizio (920 m c.). Sulla sinistra prosegue, in ripida salita, una pista: si continua per questa [ore 0.15; ore 1.25].

[La strada di servizio dovrebbe partire dal tornante posto a 742 m della strada marmifera che collega Vagli di Sotto con la Valle di Arnetola; detta marmifera, che consente ai camion di evitare l’attraversamento del paese di Vagli di Sopra, ha inizio allo sbocco della Valle di Arnetola, circa 1 km a monte del paese di Vagli di Sopra: il bivio è posto a 771 m. Con due tornanti (il primo a sinistra: 742 m; il secondo a destra: 720 m) scende fino al ponte (565 m) sul Lago di Vagli che mette in comunicazione la frazione di Fontana alle Monache con il borgo di Vagli di Sotto].

Con un tornante verso destra la pista sale fino ad un pianoro con alcuni ruderi [ore 0.10; ore 1.35]. Un’ulteriore, breve, salita conduce ad una zona con altri ruderi. Mantenendosi sulla pista di sinistra, che è la meglio conservata, si passa a sinistra di un rudere con tetto semicrollato e si raggiunge il limite del bosco o, meglio, ciò che resta di antichi terrazzamenti [ore 0.10; ore 1.45].

La pista, che in alcuni punti tende ad infrascarsi (in inverno, comunque, si passa bene) rasenta l’ultimo rudere, caratteristico perché accanto si riconoscono possenti alberi di ciliegio e un noce secolare; verso monte si notano i resti di un capanno con la tipica struttura in legno della copertura [ore 0.10; ore 1.55].

Più avanti il tratturo compie un semicerchio verso sinistra, correndo su un dosso da cui si ha la completa visuale dell’alpeggio abbandonato di Bascugliani che, a giudicare dall’estensione dei pascoli e dei terrazzamenti (e della selva sottostante), doveva essere veramente importante.

Lo stradello percorre in moderata salita il versante settentrionale della cresta che collega il Colle Pelliccia (la cui sommità è occupata in parte da abeti) con la dorsale M. Croce – M. Pallerina, terminando in corrispondenza dell’ultima presa dell’acquedotto (1220 m c; una recinzione metallica individua la zona di rispetto della copiosa sorgente) [ore 0.20; ore 2.15]. Si continua per una traccia di sentiero in direzione del M. Pallerina (Nord-Ovest), scansando gli arbusti e puntando a vista verso la vicina cresta. Azzeccando la traccia giusta si sbuca esattamente alla sella tra il M. Croce e il M. Pallerina (1272.9 m), contraddistinta da una pietra a mo’ di cippo confinario [ore 0.20; ore 2.35].

[Verso destra una traccia di sentiero conduce facilmente ed in pochi minuti sull’ampia sommità boscosa del M. Pallerina (1288 m). Una radura nei pressi, invasa dai lamponi, dà la possibilità di ammirare il panorama che è veramente notevole sui versanti orientali della Cresta di Sella, del M. Focoletta, della Tambura e della Roccandagia].

Dalla sella tra M. Croce e M. Pallerina di trascura un’evidente sentiero sulla destra per seguire la cresta, rimanendo leggermente sul versante di Arnetola. Ben presto si esce dalla faggeta per attraversare un’ampia radura (grande panorama), erbosa con cespugli sparsi, quindi si rientra nel bosco. Alcuni faggi catturano l’attenzione per la forma contorta dei possenti rami.

Da qui in avanti il crinale vero e proprio presenta alcune contropendenze e sassi affioranti anche di grosse dimensioni: per questo è conveniente seguire una buona traccia che si mantiene sempre sul versante di Arnetola non lontana dalla displuviale. Un tratto con rami bassi e cespugli di ginepro è un po’ disagevole, ma dura poco.

Superata una zona con molte rocce affioranti (in ultimo caratteristici massi stratiformi rossastri) e dove il crinale si presenta un po’ rotto e anche abbastanza scosceso sul versante di Vagli, ci si trova sotto la cima del M. Croce. La buona traccia si mantiene bassa, sempre sul versante di Arnetola.

Si può salire direttamente lungo la cresta boscosa senza difficoltà, anche se faticosamente, e quando gli alberi lasciano il posto al prato si tocca la cima del M. Croce (sasso con scritta nera: è indicata la quota dell’IGM e cioè 1527 m; secondo la Carta Tecnica Regionale in formato numerico l’altezza è di 1535 m). La vista sul M. Sumbra è grandiosa [ore 1.00; ore 3.35].

[È opportuno approfittare dell’ampia visuale per individuare a grosse linee la via di discesa; è ben visibile la strada marmifera abbandonata che da Vagli di Sotto sale lungo la valle terminando presso un rudere a quasi 1400 m di altezza; in condizioni invernali del bosco si individua facilmente una sorta di smacchio che da un tornante della strada (1275 m c.) si avvicina verso il M. Croce; guardando meglio, si individua anche un traliccio metallico: pertanto, in discesa si dovrà puntare a raggiungere questo luogo, evitando di scendere per il vallone che in basso presenta salti rocciosi].

 

Discesa

Dalla cima del M. Croce si continua lungo la cresta, in direzione Sud, scendendo alla sella (1495 m) [ore 0.05; ore 2.40] che precede il modesto rilievo del Colle del Gallone (1519 m). Un sentiero proviene da destra (è quello che aggira il M. Croce sul versante di Arnetola); un altro sentiero valica la sella e si porta sul versante di Vagli (Sud-Est) e dopo una curva verso destra inizia a costeggiare, scendendo, il Colle del Gallone.

Un breve tratto è ostacolato dai rami bassi dei faggi, per cui occorre rimanere a monte; segue un punto dove il sentiero corre quasi su una cengia (fare attenzione, il pendio è assai ripido). Infine, si tocca un’ampia sella boscosa (1450 m) caratterizzata dalla presenza di un traliccio metallico giallo [ore 0.10; ore 2.50].

[La sella è un crocevia. In direzione del vicino M. Fiocca prosegue una buona traccia che presumibilmente si innesta nel sent. CAI 144, mentre un’altra scende verso Arnetola].

Un sentiero evidente cala verso Est, nella parte alta della valle del Fosso di Cima. Come intravisto dalla cima del M. Croce, l’obiettivo è raggiungere la strada marmifera: dunque occorre individuare il punto esatto dove allontanarsi dal fondo della valle. La linea dei tralicci ed il relativo smacchio (pur ormai quasi del tutto richiuso dal bosco) costituiscono un ottimo riferimento.

Persi circa 50 metri di dislivello, senza difficoltà, si trova un secondo traliccio metallico (1400 m c.). Oltre questo, lungo la linea di smacchio, il bosco si fa ripido con molti massi sparsi: conviene senz’altro scendere leggermente verso sinistra, in direzione di una zona più aperta che il bosco sta riconquistando, incontrando una traccia e seguendola verso destra.

Si attraversa l’impluvio principale in corrispondenza di un orrido pozzo di cui non si vede il fondo: una piastrina metallica posta dagli speleologi indica che si tratta della Buca dei Fulmini (1320 m c.) [ore 0.15; ore 3.05].

[Secondo il Catasto delle Grotte di Toscana, il numero di questa voragine è il 662; è denominata anche “ La Sprugola “; il dislivello è di 42 m] 

Una traccia prosegue in lieve ascesa in destra orografica (poco sopra: traliccio (1330 m c.)): si rinviene un lungo filo elettrico, caduto dalla soprastante linea. Raggiunta una piccola dorsale erbosa (altro traliccio sulla sinistra: 1314 m), si scende ripidamente per questa fino ad una sorta di pianoro nella faggeta. Sulla sinistra, presso un dosso erboso con un basamento di pietre, traliccio (1270 m c.).

Piegando a destra in breve si raggiunge la strada marmifera abbandonata in corrispondenza di una curva (1275 m c.) [ore 0.15; ore 3.20]. Poco sotto si passa accanto ad una costruzione con all’interno dei macchinari abbandonati (1263 m) ed alla base di una lastronata incisa da saggi di cava.

La discesa per la via marmifera è lunga e monotona. A quota 1012 m si lascia a sinistra il ramo che serve la Cava Boana (un foglio comunica che è sotto sequestro dal 12 Ottobre 2006) [ore 0.25; ore 3.45], più avanti si doppia il poderoso costone che scende direttamente dal M. Sumbra (1770 m) passando per la cima secondaria del Colle di Castiglione (1191 m): a monte della strada, presso una sorgente che sgorga direttamente dalla roccia, vi è una nicchia con una statua della Madonna.

La strada si inoltra per un breve tratto, sempre perdendo quota, anche nella selvaggia vallata che fa capo alla parete Nord del M. Sumbra e dopo 3 tornanti dirige di nuovo verso Vagli, superando il Fosso di Cima con un ponte in cemento (791 m). Una lunga discesa a mezza costa precede un’altra serie di tornanti. Quando la strada inizia ad essere asfaltata, si trova un bivio (598 m) che può trarre in inganno: andare a sinistra.

Con andamento pianeggiante ed anche in leggera ascesa si raggiungono le prime case del paese di Vagli di Sotto, alte sul lago, quindi una ripida discesa riporta al punto di partenza (578 m) [ore 1.10; ore 4.55].

 


  

01 - Si vede l'alpeggio di Bascugliani.jpg 02 - La Roccandagia sbuca oltre il M. Pallerina.jpg 03 - Primi ruderi a Bascugliani.jpg 04 - Resti di capanno.jpg 05 - La presa superiore dell'acquedotto.jpg 06 - La sella tra il M. Pallerina e il M. Croce.jpg 07 - Cresta di Sella dal M. Croce.jpg 08 - Giuseppe sul M. Croce e verso il M. Fiocca.jpg 09 - Mirto sul M. Croce, con il M. Sumbra alle spalle.jpg 10 - Giuseppe sul M. Croce, con il M. Sumbra alle spalle.jpg 11 - Il M. Croce da Sud.jpg 12 - M. Croce dalla marmifera.jpg Mappa_M_Croce_da_Vagli_di_Sotto.jpg

 

Itinerario Val d'Arnetola 886 m – Strada marmifera – Cave M. Pallerina – serbatoi 1160 m c. – M. Pallerina 1290 m – Sella q. 1275 m – Cresta NNO M. Croce – M. Croce 1532 m – Cresta NNO M. Croce – Sella q. 1275 m – serbatoi – Cave M. Pallerina – Val d'Arnetola 886 m
Difficoltà E
Dislivelli salita: 671 m; discesa: 671 m
Ore effettive Val d'Arnetola - M. Pallerina 1h 20'; M. Pallerina - M. Croce 1h 00'; M. Croce - Val d'Arnetola 1h 40'
Periodo migliore Primavera e Autunno
Partecipanti Giuseppe, Mirto
Siamo stati il 13 Aprile 2003

 

Anche il M. Pallerina ed il M. Croce (non quello delle giunchiglie) appartengono alla categoria delle montagne apuane poco conosciute. Di facile accesso, sono invece due mete meritevoli di una visita per l’insolito panorama sulla cresta Roccandagia – Tambura – Sella (veramente imponente quando innevata) e sul M. Fiocca – M. Sumbra.

 

Salita

Il percorso inizia in Valle Arnetola (886 m), in corrispondenza del bivio tra la strada principale e la marmifera che sale alle cave del M. Pallerina. Superata la sbarra, si sale moderatamente lungo il fianco occidentale del M. Pallerina verso le cave. Seguendo tendenzialmente la strada che conduce verso Sud-Ovest, si rasenta la base di una paretina (sopra alcuni edifici). Ancora qualche svolta, poi si prende una strada che in discesa termina presso due grossi serbatoi metallici circolari (1160 m c.) posti uno più in alto dell’altro.

Da qui bisogna prendere un costone, dapprima erboso, in seguito boscoso (faggeta) che termina sull’ampia sommità boscosa e pianeggiante del M. Pallerina (1290 m). Il punto panoramico si raggiunge proseguendo per poche decine di metri verso Nord, con una lieve discesa ad una sella erbosa e relativa risalita. Veduta eccezionale su Cresta di Sella, Tambura e Roccandagia.

Per il M. Croce occorre seguire il lungo crestone, in prevalenza boscoso ma con alcune grandi radure, che unisce il M. Pallerina al M. Croce. Dalla sella che divide i due monti (1275 m) (alcuni segni rossi indicano un sentiero che scende in direzione di Vagli), una traccia sale a destra del crinale, nella faggeta, per sbucare su un’ampia radura. In caso di neve abbondante, come è capitato a noi, non abbandonare mai il crinale o mantenersi poco a destra del culmine. In questo modo ci si porta sotto la vetta del M. Croce: ultimi metri dapprima ripidi, poi qualche disagio per i rami bassi degli alberi ed infine la cima erbosa del monte (1532 m). Panorama eccezionale sulla catena apuana e sulla Garfagnana.

 

Discesa

La discesa si svolge lungo il percorso della salita.
Senza neve e in condizioni di buona visibilità è possibile, dal M. Croce, proseguire in direzione del M. Fiocca e, scavalcando il Colle del Gallone (1515 m), raggiungere il sent. CAI n° 144 che dal Passo Fiocca va al Passo Sella.
Dal Passo Sella un’ottima mulattiera riporta in Arnetola.

 


 

01 - La cresta di Sella da Arnetola.jpg 02 - La Roccandagia ed il Canale di S. Viano da Arnetola.jpg 03 - L'Eremo di S. Viano incastonato nel ripido fianco della montagna.jpg 04 - Mirto sul M. Pallerina.jpg 05 - Verso la Garfagnana.jpg 06 - Passo Fiocca e M. Fiocca dal M. Croce.jpg 07 - Mirto sul M. Croce.jpg 08 - Tra i faggi s'intravede il lontano Appennino.jpg Mappa_M._Pallerina_e_M._Croce.jpg

 

Itinerario Arni 920 m - strada marmifera - Passo Sella 1500 m - sent. 144 - cresta Nord-Ovest M. Fiocca - M. Fiocca 1714 m - foce con sent. 144 - tracce versante Sud - innesto sent. 144 Fatonero - Capanne di Fatonero - Malpasso 1425 m - versante Sud M. Fiocca - La Focetta - Orioli - Arni 920 m.
Difficoltà EE con passi di I grado e uno di II grado la cresta NW; EE il tratto a Nord del Malpasso; E gli altri sentieri; T la marmifera
Dislivelli salita: 950 m; discesa: 950 m
Ore effettive Arni - Passo Sella: 2h; Passo Sella - M. Fiocca: 1h 30'; M. Fiocca - Malpasso: 1h; Malpasso - Arni: 1h 15'
Periodo migliore Maggio - Ottobre
Partecipanti Giuseppe, Mirto, Roberto, Francesco
Siamo stati il 27 Aprile 2019

 

Ascensione classica su una delle montagne più alte e rappresentative delle Apuane. La cresta Nord-Ovest propone il tipico terreno apuano, con roccette friabili e detriti, dove non ha attecchito l'erba. Esposizione a tratti percepibile. Panorami sempre ampi e appaganti.

 

Salita

Raggiunto il paese di Arni, in corrispondenza del grande tornante si prende la strada che porta al Passo Sella; subito all'inizio, accanto al fosso, c'è un piccolo parcheggio (920 m c.).

Si continua per la strada, lasciando sulla destra le indicazioni per il sent. CAI 144 (che si seguirà in discesa) e uscendo ben presto dal paese. Il percorso è in verità monotono, anche se non mancano scorci interessanti sui valloni del M. Fiocca e sul versante Sud-Est del M. Macina.

A un secco tornante verso destra (1000 m c.) si lascia a sinistra il sentiero per il Rif. Puliti; la strada percorre quindi il fondo della vallata fino alla base del pendio finale: da qui, con alcune svolte, prende quota sul versante del Fiocca e infine attraversa la testata pochi metri sotto il Passo Sella (1500 m), che si raggiunge per sentiero allargato di recente. A settembre 2018 è stata inaugurata la marginetta, prima di allora ridotta a un rudere.

Dopo una doverosa sosta per ammirare il panorama alpestre, ci si dirige verso Sud-Est lungo il sentiero CAI 144 il quale tocca una forcelletta sulla cresta Nord-Ovest del M. Fiocca: si abbandona la traccia segnata, che scende dall'altra parte, per seguire il filo di cresta.

Si possono distinguere 5 ondulazioni: la prima è svettante e costringe ad usare le mani per l'equilibrio, ma la roccia è buona (I grado); la seconda si può aggirare sulla destra, per tracce un po' esposte; la terza è facile; la quarta è ripida e friabile, quindi richiede particolare attenzione anche perché si avverte una certa esposizione. La successiva discesa propone una cresta che va restringendosi e che conduce al passo chiave dell'ascensione: un paio di metri di II grado.

Conviene affrontare il piccolo salto frontalmente, evitando di aggirarlo verso destra o verso sinistra dove il terreno offre meno garanzie di tenuta. Voltandosi all'indietro, verso la quarta salienza, si nota sul versante Sud un piccolo arco naturale.

Quasi al sommo della quinta salienza, raggiunta per rocce scagliose e zolle d'erba, si trova un buon chiodo per fare sicura (specie in discesa). Facili gradoni conducono all'ampia sella erbosa prima della vetta; ora per buon sentiero, si raggiunge il M. Fiocca 1714 m. Panorama circolare sulle Apuane Centrali.

 

Discesa

Dalla vetta si procede lungo l'ampia ed erbosa cresta Est, con veduta particolarmente suggestiva sul M. Sumbra. Persi circa 100 m di dislivello, ci si trova ad una selletta (1607 m): a sinistra scende il sent. CAI 144, per il Passo Sella. Sul versante del Fatonero, invece, si nota una traccia nell'erba che progressivamente si abbassa: conviene seguirla, in quanto permette di evitare di transitare per il Passo Fiocca, facendo quadagnare del tempo prezioso.

Raggiunto il sentiero segnato al termine di una discesa di 150 m, lo si segue verso destra, entrando ben presto nella faggeta del Fatonero e attraversando alcuni torrentelli (attenzione alle pietre scivolose). Si rasenta una piccola radura con dei ruderi, dopo di che si esce dal bosco (una evidente traccia scende verso sinistra; si continua invece in direzione Sud, mantenendosi in quota).

Alcuni affioramenti rocciosi rendono il percorso leggermente più impegnativo (cavo metallico, assai utile se con terreno bagnato o innevato); un secondo cavo è posto sotto il Malpasso, ove si doppia la lunga cresta Sud-Est del M. Fiocca: essa fa da sponda destra orografica al Fosso del Fatonero, celebre per le sue marmitte dei giganti. Il panorama è molto esteso; da qui il M. Sumbra appare con una forma tipicamente trapezoidale.

Il sentiero scende lungamente lungo l'assolato versante Sud del Fiocca, su terreno accidentato ma non difficile, raggiungendo in basso un crinale che si segue fino a una selletta: località Focetta 1140 m c.: nei pressi, un paio di spuntoni rocciosi ben evidenti.

Adesso si punta verso il paese di Arni, perdendo quota velocemente, con percorso tra vegetazione invadente di ginestrone; la discesa si conclude alle case di Oriali, frazione di Arni, da cui una strada asfaltata scende infine alla marmifera per il Passo Sella. Il piccolo parcheggio segue poco dopo.

 


 

01 lungo la marmifera.jpg 02 in arrivo al passo sella verso il m. fiocca.jpg 03 passo sella sosta.jpg 04 il cammino riprende.jpg 05 lasciamo il sentiero segnato.jpg 06 alto di sella tambura roccandagia.jpg 07 m. sumbra e m. fiocca.jpg 08 roccandagia e alpe di succiso.jpg 09 facili rocce ma occorre attenzione.jpg 10 bel gendarme.jpg 11 la seconda parte con al centro il passo chiave.jpg 12 sulla cresta.jpg 13 prima del risalto chiave.jpg 14 si affronta il risalto chiave.jpg 15 il passo di ii grado.jpg 16 ai piedi del passo chiave di ii grado.jpg 17 lultima salienza.jpg 18 la vetta  vicina.jpg 19 sul m. fiocca.jpg 20 discesa al cospetto del sumbra.jpg 21 discesa lungo la cresta est.jpg 22 resti delle capanne di fatonero.jpg 23 cavo metallico prima del malpasso.jpg 24 m. sumbra dal malpasso.jpg 25 in ricordo di elia bassi.jpg 26 il sentiero corre su un crinale secondario.jpg 27 giuseppe su uno spuntone presso il sentiero.jpg 28 il ginestrone avanza.jpg mappa m. fiocca cresta nw.jpg

 

Itinerario Vagli di Sotto 565 m c. - Ponte sul Lago di Vagli 564 m - Cornicchia - Presa Acquedotto 650 m c. - Piano dello Stevano - Bargate 855 m - Cresta NO M. Torre - Q. 1030 m - M. Torre 1036 m - Sella 982 m - Vianova 1093 m - Sella 982 m - Carrareccia per Bargate Rossole - Versante Ovest M. Torre - Rio 606 m - Fosso Tassetora (bivio sent. GT) 602 m - Ponte sul Lago di Vagli - Vagli di Sotto 565 m c.
Difficoltà E
Dislivelli salita: 599 m; discesa: 599 m
Ore effettive Vagli di Sotto - Bargate 1h 00'; Bargate - M. Torre 1h 00'; M. Torre - Sella 982 m 0h 20'; Sella 982 m - Vianova 0h 25'; Vianova - Sella 982 m 0h 20'; Sella 982 m - Rio 0h 50'; Rio - Vagli di Sotto 0h 25'
Periodo migliore Primavera e Autunno
Partecipanti Giuseppe, Mirto
Siamo stati il 30 Novembre 2003

 

Il M. Torre appartiene senz’altro alla folta schiera dei monti apuani sconosciuti al grande pubblico. Eppure, come accade spesso, ha un suo interesse per la veduta insolita sulle montagne circostanti e per l’ambiente carsico molto particolare.

 

Salita

Da Vagli di Sotto o poco sotto, presso il lago (565 m c.), si segue una stradina in terra battuta che con percorso pianeggiante va al ponte sul lago (m. 564): il ponte è molto stretto, c’è giusto il passaggio per un’auto che non sia troppo larga. Dall’altra parte la strada prosegue in quota, ma quando sulla sinistra si vede lo sbocco di un sentiero (segno bianco-rosso CAI sulla strada), la si abbandona.

Il sentiero, sale ripido sul versante del M. Torre fino ad una zona di vecchi coltivi dove si trova un bivio: si continua verso destra, quasi in piano, attraversando un vecchio campo coltivato invaso ora dai cespugli e dall’erba, con qualche albero di betulla. Più avanti si inizia a salire decisamente verso il fianco del monte, tra cespugli tagliati, finché non si raggiunge la presa dell’acquedotto (650 m c.; possibilità di rifornimento d’acqua presso lo scarico del troppo pieno).

Dalla presa la traccia continua, più infrascata, scendendo lievemente e portandosi in una zona di bosco rado con cespugli. Qui si incontrano diverse tracce che intersecano il pendio aperto: si sceglie quella più convincente, ma ben presto ci si accorge che solo gli animali passano di qui. Poco sopra, infatti, rovi e cespugli spinosi prendono decisamente il sopravvento rendendo il cammino disagevole e per nulla piacevole.

Lottando con la vegetazione si raggiunge però il bordo dell’ampio Piano dello Stevano, occupato da un bellissimo castagneto con sottobosco praticamente assente. Una debole traccia, appena visibile, percorre in lieve salita il castagneto e rasenta un primo rudere. Presso un’ampia sella boscosa, al termine del castagneto, si incontrano le case abbandonate di Bargate (855 m).

Tra gli alberi si indovina a malapena la vicina cresta NO del M. Torre, il cui tratto finale inizia da una piccola insellatura (883 m). Un sentierino sale poco a sinistra del filo di cresta, evitando le rocce: tuttavia più avanti si discosta troppo dallo spartiacque che è meglio non abbandonare perché costituisce un utile punto di riferimento.

Si percorre la facile cresta NO del M. Torre, facendo comunque attenzione in quanto sulla destra (Ovest) presenta un salto roccioso che dà l’impressione di vedere una cava abbandonata. Verso quota 1000 la salita si attenua: ci si trova cioè sull’ampio tavolato sommitale, generalmente boscoso ma con roccioni affioranti specie in corrispondenza del suo margine Sud-Orientale e una piccola parete ad Ovest.

La quota 1030, in verità poco pronunciata, si tocca facilmente. Quindi si scende di qualche metro, senza difficoltà, e si rasenta un’altra quota (m. 1030 anche questa) che è rocciosa: dalla sua sommità, di ottima roccia calcarea, si apre la vista M. Sumbra, M. Croce e Cresta di Sella. Guardando verso Sud-Ovest si individuando altri roccioni separati da doline sassose e a malapena si individua la quota massima del M. Torre.

Continuando sempre lungo lo spartiacque principale, ci si porta sotto la vetta massima del M. Torre. Il tratto iniziale è roccioso (lastrone) è può essere aggirato sulla sinistra (versante NE): da questa parte non ci sono difficoltà e si evita di percorrere il filo di cresta che via via che si sale diventa un po’ esposto. All’improvviso si sbuca in cima al M. Torre (1036 m): la vista si apre senza ostacoli verso Careggine, il M. Volsci e il M. Sumbra. Panorama ostacolato dagli alberi verso Cresta di Sella, Tambura, Roccandagia e Pisanino. Fare attenzione, nel sistemarsi in cima: il versante opposto a quello di salita presenta un salto netto di circa 25 metri.

 

Discesa

Dalla vetta si procede lungo la via di salita fino alla base della crestina finale, quindi si volge a sinistra per terreno carsico (una sorta di dolina circondata da roccioni), passando a Sud della cima principale del M. Torre. Si ritrova la traccia che si mantiene a ridosso dello spartiacque principale. In basso, sulla sinistra, si scorge un piccolo ghiaione delimitato da delle rocce. Il buon sentierino scende ripido nel bosco fino ad una sella (982 m), importante crocevia: a sinistra una pista conduce a Careggine (3 – 4 Km) passando per le frazioni di Permozzo di Sotto e Nocchia; dritto, invece, una pista sale fino alle case di Vianova 1093 m, unico luogo (e speriamo ultimo) sulle Apuane dove è stato costruito un impianto per lo sci.

Sulla destra una pista scende di circa 120 metri di dislivello e poi costeggia il fianco Ovest del M. Torre. Passato un impluvio appena accennato, inizia un grande castagneto: per scendere a Vagli conviene calarsi da qui per il bosco, scegliendo opportunamente la via migliore evitando le zone cespugliose. Il bosco presenta tratti anche molto ripidi ma, per fortuna e al contrario di quanto possa sembrare sul momento, non ci sono salti rocciosi.

Scesi circa 200 metri di dislivello, la pendenza si attenua decisamente. Individuando con un po’ di intuito qualche traccia si piega allora verso Nord-Ovest, raggiungendo le case abbandonate in località Rio (606 m). Da qui, seguendo verso Sud-Ovest un’ampia pista, si attraversa il Fosso Tassétora (602 m) incontrando un’altra pista (segno bianco-rosso CAI) che conduce al Lago di Vagli. Poco prima del ponte si passa accanto al sentiero preso all’andata (segno bianco-rosso CAI sulla strada), quindi si riattraversa il lago facendo ritorno a Vagli di Sotto.

 


 

01 - Vagli di sotto con Tambura, Roccandagia e Pisanino.jpg 02 - M. Sumbra, M. Fiocca, M. Croce.jpg 03 - Un vecchio castagno.jpg 04 - Rudere nel castagneto.jpg 05 - Le case diroccate di Bargate.jpg 06 - M. Croce, Cresta di Sella, Tambura e Roccandagia da una delle cime del M. Torre.jpg 07 - Dal M. Torre verso Careggine e la Pania di Corfino.jpg 08 - M. Volsci e M. Compasqua dal M. Torre.jpg 09 - Tambura, Roccandagia e Pisanino dal M. Torre.jpg 10 - Giuseppe e Mirto sul M. Torre.jpg 11 - Mirto, Vagli di sotto e le Apuane.jpg 12 - Il M. Torre da Vagli di sotto.jpg Mappa_M._Torre.jpg

 

Itinerario Ponte del Balzello 628 m - Lizza delle Comarelle - Cava Sumbra 87 - cabina elettrica - Casa d'Abri 960 m - Cresta delle Comarelle fino a 1400 m c. - Casa d'Abri - Cava Sumbra 87 - Ponte del Balzello 628 m
Difficoltà EE, via di lizza in disuso e percorso su terreno selvaggio
Dislivelli salita: 800 m; discesa: 800 m
Ore effettive Ponte del Balzello - Cresta delle Comarelle: 2h 45'; Cresta delle Comarelle - Ponte del Balzello: 1h 45'
Periodo migliore Maggio - Ottobre
Partecipanti Roberto
Siamo stati il 22 Giugno 2019

 

Uscita di carattere esplorativo in luoghi poco frequentati eppure ricchi di fascino e storia.

 

Salita

Da Castelnuovo Garfagnana si va in direzione Arni, superando Isola Santa proseguendo per qualche centinaio di metri fino al ponte del Balzello (628 m), dove si lascia l'auto. Questo ponte, che attraversa la Turrite secca, una volta divideva lo Stato Fiorentino da quello Estense.

La via di lizza si trova sul versante Sud-Est del monte Sumbra ed ha uno sviluppo di circa 600 m, con dislivello di 300 m.

Si inizia la salita su roccia a cui bisogna prestare attenzione perché è molto scivolosa; salendo, la pendenza aumenta e qua e là si incontrano dei vecchi piri di legno. Alla sinistra si gode appieno della bellezza selvaggia della valle della Turrite secca con una visione privilegiata sul versante Nord del monte Freddone. Lungo la via sono cresciuti molti arbusti che aiutano la progressione via via che la pendenza aumenta.

A 40' dalla partenza si trova sulla destra un blocco di marmo con un foro ottagonale (in passato sede di un piro). A 55' ci si avvicina alla zona della cava; sulla destra si trova una casa di vecchi macchinari, mentre sulla sinistra è presente il ravaneto della cava che si trova qualche metro più in alto; questa è formata da Bardiglio Tigrato, una varietà di marmo grigio molto particolare. La cava, denominata "cava Sumbra 87", era di proprietà di Celso Rossi ed ora è abbandonata.

Si torna sui propri passi e si continua, grazie ad alcuni gradini, a lato della casa vista in precedenza al cui interno si possono vedere rimasugli di filo elicoidale arrugginito ed altri pezzi di archeologia industriale.

In pochi minuti si raggiunge una vecchia cabina elettrica da cui si punta verso l'alto, senza sentieri o tracce evidenti, per intercettare la lunga Cresta delle Comarelle (esposizione Sud-Est) seguendo inizialmente dei muretti a secco.

A 1h 30' si incontra un vecchio rudere appoggiato alla roccia (960 m) denominato Casa D'Abri. A 1h 55' si incontra un vecchio capanno di cacciatori e poco dopo quello che resta di una vecchia carbonara. Dopo circa 20' siamo fuori dal bosco e vediamo l'inizio della cresta vera e propria, che può essere percorsa senza troppi disagi zigzagando tra cespugli di eriche. La vista sulla parete sud del monte Sumbra ci ripaga sicuramente della fatica fatta per arrivare fino qua (quota 1400 m c.).

 

Discesa

Avviene nella strada dell'andata, ponendo attenzione alla discesa della via di lizza.

 


 

01_Ponte_del_Balzello.jpg 02_Lizza_delle_Comarelle.jpg 03_Segni_evidenti_della_lizzatura.jpg 04_Ravaneto.jpg 05_Cava_dismessa_di_Bardiglio_tigrato.jpg 06_Casa_dei_macchinari.jpg 07_Casa_d_Abri.jpg 08_Vista_sulla_strada_provinciale_dalla_cresta.jpg 09_Parete_Sud_del_M._Sumbra.jpg Mappa_Lizza_e_Cresta_Comarelle.jpg