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Itinerario Pian di Lago (Agriturismo Le Coppelle) 1013 m – Passo Croce 1149 m – Strada marmifera dei Tavolini – Base parete Anticima Ovest M. Corchia 1375 m c. – Passo Croce – Pian di Lago (Agriturismo Le Coppelle) 1013 m
Difficoltà PD, valutare attentamente
Dislivelli salita: 362 m; discesa: 362 m
Ore effettive Pian di Lago - Inizio canalino 1h 00'; Inizio canalino - Base parete 0h 20'; Base parete - Inizio canalino 0h 10'; Inizio canalino - Pian di Lago 0h 45'
Periodo migliore Dicembre - Febbraio
Partecipanti Giuseppe Berti, Mirto Blasich
Siamo stati il 07 Marzo 2004

 

Il Canale del Pirosetto è una delle salite invernali classiche nel gruppo del M. Corchia. Solitamente, data l’esposizione e la vicinanza del mare, di rado si trova innevato abbondantemente, ma questa volta di neve ce n’era tanta, forse anche troppa.


Salita

L’itinerario ha inizio da Pian di Lago (1013 m), lungo la strada che dalla Provinciale del Cipollaio sale al Passo Croce; nei pressi è situato l’Agriturismo Le Coppelle, in posizione solatia.

Il 7 Marzo 2004 la strada iniziava da qui ad essere innevata, per cui non valeva la pena di proseguire oltre con l’auto.

Da Pian di Lago si prosegue lungo la strada (possibilità di tagliare il primo tornante (quota 1028 m) per traccia sui prati) che con moderata pendenza e altri 3 tornanti (1078 m, 1111 m, 1126 m rispettivamente) raggiunge il Passo Croce (1149 m): marginetta.

Si apre la vista sull’altro versante, molto bello, con una sequenza di valli e cime.

Un centinaio di metri dopo il passo si trova un bivio: a sinistra continua la strada per il valico di Fociomboli (1284 m), mentre a destra (sbarra) inizia la strada che porta alla cava dei Tavolini, posta sotto la cima del M. Corchia. Si prende quest’ultima, che guadagna gradualmente quota. Dato l’innevamento abbondante da noi trovato (da 100 cm a 150 cm, con accumuli da valanga che raggiungevano anche i 400 cm), il cammino è stato piuttosto faticoso, anche se in genere si sprofondava solo fino al ginocchio.

Dopo un tornante a 1262 m, la strada attrraversa un impluvio poco marcato: con neve abbondante conviene senz’altro salire per questo in direzione della parete del M. Corchia, piegando leggermente a destra per uscire su un crinale erboso, il quale termina contro le rocce.

Occorre ora traversare sotto la parete per una cengia spiovente erbosa un primo canale, parallelo al Canale del Pirosetto che ancora non si vede: esso si trova invece dietro la spalla rocciosa che delimita sulla sinistra orografica il primo canale. Per raggiungerlo c’è una buona cengia erbosa spiovente ma esposta, che con l’abbondante ed incoerente innevamento incontrato non era per nulla invitante: così, vista anche l’ora tarda, siamo tornati indietro.

 

Discesa

La discesa si svolge per la via di salita. Possibilità, una volta sceso il canalino fino alla strada marmifera, di continuare per il fossetto tagliando così un tornante (consigliabile solo con neve abbondante che copra le asperità del fondo).



 

01 - Il M. Corchia da Pian di Lago.jpg 02 - Sulla strada da Pian di Lago a Passo Croce.jpg 03 - Il cammino procede faticosamente.jpg 04 - Giuseppe su un alto cumulo di neve.jpg 05 - Giuseppe affronta il canalino.jpg 06 - Sotto le rocce del M. Corchia.jpg 07 - Sulla via del ritorno.jpg 08 - Il canalino salito e sceso.jpg 09 - Ambiente decisamente invernale.jpg 10 - Tra gli alberi il M. Altissimo innevatissimo.jpg 11 - Mirto sulla marmifera.jpg 12 - Giuseppe a Passo Croce con il mare.jpg Mappa_Canale_Pirosetto__tent._inv._.jpg

 

 

Itinerario Levigliani 585 m c. – Canale del Rio – Località Morlo 730 m c. – Traliccio q. 800 c. – La Fredda – Borra di Permeccio (ricongiungimento con la Lizza dei Tavolini) – Cava dei Tavolini 1327 m – Cresta SO M. Corchia – M. Corchia 1678 m – Biv. Lusa (rud.) 1640 m c. – Cresta SE M. Corchia – Rif. Del Freo 1195 m c. – Foce di Mosceta 1189 m – Passo dell’Alpino 1096 m – Le Voltoline – Ingresso Antro del Corchia 856 m.
Difficoltà EE la via di lizza, necessario orientamento; E il resto.
Dislivelli salita: 1098 m; discesa: 827 m
Ore effettive Levigliani - Borra di Permeccio 2h 30'; Borra di Permeccio - Galleria 0h 15'; Galleria - M. Corchia 1h 20'; M. Corchia - Rif. Del Freo 0h 50'; Rif. Del Freo - Passo dell'Alpino 0h 20'; Passo dell'Alpino - Ingresso Antro del Corchia 0h 20'.
Periodo migliore Maggio - Ottobre
Partecipanti Giuseppe Berti, Mirto Blasich
Siamo stati il 07 Settembre 2002

 

Lo spunto per la gita alla Lizza dei Tavolini è venuto guadando il programma delle gite del 2002 del CAI di Forte dei Marmi. Non avendo potuto partecipare con il CAI, abbiamo cercato il percorso da soli il 7 settembre scorso. L’imbocco della lizza è evidente, ma nel tratto centrale la fitta vegetazione ci ha fatto perdere la giusta via che abbiamo ripreso solo portandoci sotto la parete del M. Corchia, non lontano dalla galleria. Evidentemente sarà necessario un altro sopralluogo per scoprire il giusto percorso.


Salita

Partenza dal parcheggio di Levigliani (585 m c.). Da qui si vede la parete del M. Corchia e solo  sapendo dove guardare si vede anche il tracciato ascendente, intagliato nella parete, della lizza. Per i primi 150 metri di dislivello ci siamo mantenuti poco a sinistra del Canale del Rio, procedendo  a occhio nel castagneto. Poi abbiamo trovato una strada bianca che, seguita verso destra, in salita,  porta ad alcune case.

Una di queste porta una targhetta in ceramica indicante la località " Morlo " (730 m circa). Al termine della strada parte una grande mulattiera tra due muri a secco che si inoltra nel  castagneto ed esce tra alte felci in corrispondenza dello smacchio dovuto alla presenza di una linea  elettrica: questa linea è quella che alimenta gli edifici della Cava dei Tavolini (si può prendere  come riferimento per la direzione da seguire).

Il sentiero si mantiene visibile ma tende a divenire sempre più incerto. Verso i 900 metri siamo saliti lungo un costone, allontanandoci dall'impluvio principale: purtroppo abbiamo dovuto affrontare una a dir poco foresta tropicale. Quando abbiamo visto che eravamo circa alla stessa altezza della rampa della lizza ricavata nella parete, abbiamo traversato in quota alcuni impluvi e un costone pronunciato per raggiungere fino alla lizza (fin qui ore 3 da Levigliani), in località Borra di Permeccio.

La lizza è molto ripida ma scalinata (un po' esposta). In galleria può far comodo una pila e bisogna fare attenzione alla roccia bagnata. All'uscita dalla galleria l'erosione ha asportato parte della vecchia lizza mettendo a nudo un risalto roccioso. Con roccia asciutta le difficoltà sono di I -I+ per circa 7 - 8 metri.

Si esce presso i vecchi edifici della Cava dei Tavolini (1327 m). Da qui, o si va a prendere la marmifera che sale dal Passo Croce, o si sale verso il M. Corchia per ripidi pendii erbosi. Con tutta probabilità è possibile anche traversare verso Est, più o meno in quota, per dirigersi verso le cave del M. Ceto e l'Antro del Corchia: questa variante è ancora da verificare.

Per il M. Corchia bisogna prendere un’erta lizza, semi-nascosta dall’erba, che si porta ad un rudere da dove si può mirare ad intuito, per terreno prevalentemente erboso, alla cresta Sud-Ovest del monte.

Faticosamente si affronta il tratto finale, facendo attenzione ad un saggio di cava che ha letteralmente affettato la montagna creando un crepaccio profondo una decina di metri e largo un metro circa: in caso di visibilità scarsa od innevamento, può rappresentare un pericolo specie per chi dovesse scendere dalla cima, perché in questo senso si apre all’improvviso con un salto. Nel senso opposto vi si entra senza difficoltà.

Erba e detriti precedono l’ampia sommità del M. Corchia (1678 m). Bellissima vista sul litorale, sulla Pania, sul Sumbra e sul M. Altissimo, per citare solo le cime più famose.

 

Discesa

Dalla cima si percorre la cresta Sud-Est su lastroni ed erba affiorante, raggiungendo in breve i resti metallici del Biv. Lusa (1640 m circa): nei pressi si trova uno dei tanti ingressi del famoso Antro del Corchia. Continuando, un buon sentiero si mantiene poco a sinistra del filo di cresta. Di tanto in tanto ci si affaccia sullo scosceso versante marino del monte, interessato da un’intensa attività estrattiva.

Giunti quasi ad un pilone della teleferica di servizio del Rif. Del Freo, si svolta decisamente a sinistra passando in mezzo ad un prato rigoglioso (a destra, invece, si scende da una forcelletta in un canale erboso molto ripido in direzione di Levigliani: dalle Voltoline abbiamo verificato che si tratta di una lizza che si congiunge alle Voltoline stesse; è dunque una possibile alternativa per evitare di transitare per il rifugio e per il Passo dell’Alpino).

In lieve discesa si raggiunge quindi il Rif. Del Freo (1195 m c.) (fontanella nei pressi), sito in uno dei luoghi più belli delle Alpi Apuane: vale la pena di fermarsi un momento a riposarsi.

La gita prosegue scendendo velocemente alla Foce di Mosceta (1189 m), importante valico e crocevia (marginetta): sent. n° 126 per il Callare della Pania, sent. n° 128 per Puntato, sent. n° 9 per il Passo dell’Alpino. Prendendo quest’ultimo, ampio e comodo, si va al Passo dell’Alpino (1096 m) dove, trascurando a sinistra il sent. n° 122, si scende per una buona mulattiera che compie diverse svolte per calarsi a valle e raggiungere la sottostante strada marmifera (880 m): questo tratto viene detto “ Le Voltoline “ per ricordare i numerosi e ravvicinati tornanti (secondo la guida sono 20) del sentiero.

La strada marmifera è quella che viene giù dalle cave del versante meridionale del M. Corchia. Con pochi passi ci si porta all’ingresso dell’Antro del Corchia (856 m). Dovendo tornare a Levigliani, è possibile prendere da qui la navetta che fa la spola dal paese all’ingresso della grotta: se c’è posto a bordo, il viaggio costa euro 1.50. Altrimenti non resta che scendere a piedi lungo i 3 km della marmifera.



 

01 - La parete sud del M. Corchia con il tracciato della lizza dei Tavolini.jpg 02 - Giuseppe sulla lizza immersa nel fitto bosco.jpg 03 - La lizza scompare nella montagna.jpg 04 - Mirto sale per la ripida lizza.jpg 05 - Giuseppe all'ingresso della galleria della Lizza dei Tavolini.jpg 06 - Mirto all'uscita della galleria.jpg 07 - Si vede Levigliani, 700 metri sotto.jpg 08 - Alcuni ruderi della Cava dei Tavolini.jpg 09 - Un profondo saggio di cava poco sotto la cima del M. Corchia.jpg 10 - Mirto sul M. Corchia.jpg 11 - I prati di Puntato dal M. Corchia.jpg 12 - Il Pizzo delle Saette dalla cresta est del M. Corchia.jpg Mappa_Lizza_Tavolini.jpg

 

Itinerario Locanda La Romana 759 m – scorciatoia – sent. 128 - rudere 1017 m – Cresta NO – Cresta O – M. Freddone 1479 m – Cresta ENE – forcella q. 1130 m c. – Versante N M. Freddone – sent. 128 – Tre Fiumi – Locanda La Romana 759 m
Difficoltà cresta NO: EE con passi fino al II grado (terreno infido ed esposto); cresta ENE: EE/I grado (infido); E il resto
Dislivelli salita: 759 m; discesa: 759 m
Ore effettive Locanda La Romana - M. Freddone 2h 30'; M. Freddone - Locanda La Romana 2h 15'
Periodo migliore Maggio - Ottobre
Partecipanti Giuseppe Berti, Mirto Blasich, Daniele Bongiovanni, Gianluca Magnani, Leonardo
Siamo stati il 20 Ottobre 2002

 

Piccola montagna isolata al centro della valle della Tùrrite Secca. L’accesso per le sue creste non è mai banale, visto che si ritrova il tipico terreno apuano, tuttavia le vedute panoramiche sono suggestive ed insolite.


Salita

Partenza dalla Locanda La Romana, in località Tre Fiumi, 759 m. Subito dietro l’edificio alcuni gradini consentono di guadagnare quota molto ripidamente, procedendo per un breve tratto lungo lo smacchio di una linea elettrica, quindi nel bosco ad occhio fino ad incontrare il sent. n° 128 a quota 950 m c..

Si segue il sentiero segnato fino a raggiungere la cresta NO del monte in corrispondenza di un piccolo ricovero in pietra (1017 m). Dopo a occhio su per la cresta, inizialmente boscosa con erba alta, poi allo scoperto con rocce rotte e erba alta (passaggi di I). Così fino alla quota 1317.1 (come da C.T.R.). Segue un' esposta e delicata ascesa per tracce di capre fino alla quota 1363.7. Breve discesa ad una forcella, quindi l’ultimo tratto, molto erto su erba (tracce di capre), fino alle rocce della cresta Ovest che si raggiunge per gradoni ed erba (delicato).

La Cresta Ovest si affronta in libera con un bel II secco di 4 - 5 metri, tenendosi sul versante Nord (a Sud burrone) e sfruttando minimi appigli per mani e piedi, facendo molta attenzione a non cadere ed a mantenere l' equilibrio (delicato ed infido). Segue cresta sfasciata ma relativamente agevole e, superando un paio di anticime e facendo scappare le capre di cui sopra, ecco la vetta del M. Freddone (1479 m).

Panorama molto interessante sulle montagne circostanti (M. dei Ronchi, M. Altissimo, M. Pelato, M. Macina, M. Fiocca e M. Sumbra, Panie e Corchia).

 

Discesa

Secondo la guida, la Cresta ENE non presenta difficoltà. In realtà si scopre che, oltre ad essere molto esposta verso sinistra scendendo (cioè verso Nord), è molto accidentata e richiede molta attenzione per via di numerosi lastroni lisci che in parte si sfogliano (e dove mancano le rocce, rigogliosa e folta erba ad occultare il tutto).

A quota 1130 m c., in corrispondenza di una selletta nel bosco, si piega a sinistra (Nord) prendendo una vecchia traccia di boscaioli (gradini) fino a ricongiungersi con il sentiero segnato (mulattiera) n° 128 ed a ritornare al ricovero in pietra a 1017 m. Continuando per la buona mulattiera si va a raggiungere la strada che da Tre Fiumi sale al Cipollaio. Seguendo la rotabile in discesa, in breve si torna alla Locanda La Romana 759 m.



 

01 - La cresta NO del M. Freddone dal basso.jpg 02 - Daniele e Leonardo sulla cresta NO del M. Freddone.jpg 03 - Leonardo sulla Cresta NO.jpg 04 - Mirto indugia sulla Cresta NO.jpg 05 - Giuseppe sulla Cresta NO.jpg 06 - Un momento di sosta durante la salita.jpg 07 - Giuseppe e Daniele verso l'uscita.jpg 08 - Mirto finalmente supera le ultime rocce.jpg 09 - Mirto sul M. Freddone.jpg 10 - Giuseppe e Daniele lungo la cresta ENE.jpg 11 - Mirto procede sempre con cautela.jpg 12 - La cresta ENE del M. Freddone.jpg Mappa_M._Freddone_creste_NO_ENE.jpg

 

 

Itinerario Levigliani 585 m – Strada Marmifera Cave Corchia – Inizio piano inclinato 760 m c. – Lizza del M. Ceto – M. Ceto 1085 m – Quota 969 m – Lizza del M. Ceto – Strada Marmifera Cave Corchia – Levigliani 585 m
Difficoltà EE la salita della quota 969; E il resto
Dislivelli salita: 600 m; discesa: 600 m
Ore effettive Levigliani - Inizio piano inclinato 0h 30'; Inizio piano inclinato - M. Ceto 1h 15'; M. Ceto - Quota 969 1h 00'; Quota 969 - Levigliani 1h 00'
Periodo migliore Ottobre - Aprile
Partecipanti Giuseppe Berti, Mirto Blasich, Daniele Bongiovanni, Giuseppe Piva
Siamo stati il 26 Gennaio 2003

 

Il M. Ceto è una propaggine del maestoso versante meridionale del M. Corchia. La cima, anche se modesta, dà l’opportunità di effettuare una breve e piacevole escursione ed ammirare un insolito panorama sull’incombente M. Corchia, con la Pania della Croce che fa capolino dal Passo dell’Alpino.


Salita

Partenza dal parcheggio di Levigliani (m. 585), ridente e solatio paese alle pendici del M. Corchia. Si prende la marmifera (divieto di transito per le auto) che si dirige verso l’ingresso dell’Antro del Corchia. A quota 760 circa, dopo una serie di tornanti, in corrispondenza di un palo della luce si abbandona la strada per rimontare faticosamente il pendio di sinistra: si va così a prendere l’imponente lizza del M. Ceto.

Con impressionante regolarità il ripido piano inclinato sbuca sulla strada per le cave alte del M. Corchia, a pochi metri dalla cima del M. Ceto che si raggiunge facilmente percorrendo la strada stessa fino ad un tornante a destra, quindi per terreno erboso (m. 1085). Buon punto panoramico.

 

Discesa

Dal M. Ceto si scende sulla marmifera. Dove la strada svolta seccamente a sinistra (tornante; rudere), si prende una traccia che tra bosco rado ed erba perde quota. E’ importante non seguire la cresta Sud-Ovest del monte, poiché ci sono numerosi salti rocciosi che richiederebbero l’uso dell’attrezzatura del caso.

Districandosi tra piccoli salti rocciosi ci si porta sotto la selletta (m. 936) che si trova a destra (salendo) della quota 969. Faticosamente per terreno sconnesso alla foce e da qui alla piccola cima, sulla quale è stata posta una croce metallica ben visibile da Levigliani.

In discesa si ripercorre il pendio di accesso alla selletta, quindi qualche traccia conduce pressoché in quota alla lizza del M. Ceto, innestandosi circa a metà del piano inclinato. Da qui ripidamente alla marmifera e di nuovo al paese di Levigliani.



 

01 - Daniele e Giuseppe Piva sulla lizza del M. Ceto.jpg 02 - Mirto e Daniele sulla lizza del M. Ceto.jpg 03 - Ancora sulla lizza del M. Ceto.jpg 04 - I due Giuseppe affiancati.jpg 05 - Mirto sul M. Ceto.jpg 06 - La Pania fa capolino dal Passo dell'Alpino.jpg 07 - Daniele e Giuseppe Piva sulla q. 968 del M. Ceto.jpg 08 - Daniele e Giuseppe Berti sulla q. 968 del M. Ceto.jpg Mappa_M._Ceto.jpg

 

 

Itinerario Levigliani 585 m c. – Strada marmifera Cave Corchia – Canale delle Volte 620 m c. – Vecchia mulattiera – Bivio sent. Scalette 755 m c. – Rudere 769 m – Casa Simi 810 m c. – Callare di Mont’Alto 850 m c. – Sullioni 1002 m – Cresta NNE Sullioni – Le Scalette 923 m – Canale a NO de Le Scalette – Bivio sent. Scalette 755 m c. – Vecchia mulattiera – Canale delle Volte 650 m c. – Strada marmifera Cave Corchia – Levigliani 585 m c.
Dislivelli salita: 488 m; discesa: 488 m
Ore effettive Levigliani - Bivio 650 m c. 0h 15'; Bivio 650 m c. - Bivio 755 m 0h 50'; Bivio 755 m - Callare di Mont'Alto 0h 20'; Callare di Mont'Alto - Sullioni 0h 45'; Sullioni - Le Scalette 0h 25'; Le Scalette - Bivio 755 m 0h 40'; Bivio 755 m - Bivio 675 m 0h 40'; Bivio 675 m - Levigliani 0h 10'
Periodo migliore Ottobre - Aprile
Partecipanti Giuliano Berti, Giuseppe Berti, Roberto Berti, Mirto Blasich
Siamo stati il 04 Aprile 2004

 

Il crinale che dal Passo dell’Alpino scende in direzione Sud-Ovest propone alcune elevazioni interessanti, tra cui il Sullioni. Il monte non è molto appariscente se visto da Levigliani, ma dalla sua sommità si ammira un panorama a dir poco circolare sulle Apuane Meridionali e sui gruppi delle Panie, del M. Corchia e del M. Altissimo.


Salita

L’itinerario ha inizio dal parcheggio di Levigliani (m. 585), ridente e solatio paese sulle pendici  meridionali del M. Corchia. Si prende la strada marmifera (divieto di transito per le auto) che si dirige verso l’ingresso dell’Antro del Corchia. A quota m. 650 si stacca sulla destra una sorta di stradina che scende lievemente veso il Canale delle Volte.

E’ questo il vecchio tracciato della mulattiera, che però è franato di recente e quindi occorre un po’ di attenzione nello scendere fino al fosso e valicarlo (m. 620 circa), ritrovando il sentiero in corrispondenza di un groviglio di lamiere blu contorte (resti di un automezzo travolto dalla furia delle acque). E’ possibile evitare la malagevole discesa al fosso continuando per la marmifera fino al suo primo tornante (m. 675 circa) dove, malgrado l’assenza di segni, occorre salire la scarpata rocciosa della curva e seguire il sentiero che si trova, perdendo un po’ di quota e valicando il Canale delle Volte (m. 650 circa), raggiungendo quindi il groviglio di lamiere blu.

Si nota che da qui  una traccia di sentiero sale a sinistra, ripida, nel bosco: trattasi di una utile via per portarsi alla base del canale de Le Scalette; in senso inverso questo sentiero è meno evidente da imboccare, ma con un minimo di pazienza si trova.

Progressivamente ci si allontana dal fondo della valle, guadagnando quota e attraversando diversi impluvi e costoni: un paio di questi sono buoni punti panoramici sul vicino M. Ceto (impressionante l’omonima lizza) e su Levigliani.

A quota m. 755 bivio: verso sinistra si sale, con l’ex sent. n° 123, al valico de Le Scalette (questo sentiero verrà seguito al ritorno). Continuando per l’ampia mulattiera, si passa alla sinistra di un rudere (m. 769), dove per un momento il sentiero sembra terminare: in realtà lo si ritrova poco più avanti, salendo qualche metro in traversata.

In breve si giunge ad un bivio (m. 800 c.): il sentiero a sinistra porta al Callare di Mont’Alto (m. 850 c.) percorrendo un avvallamento, sorta di ampia dolina, sempre nel bosco tranne che nelle vicinanze del passo. Volendo, si può andare ancora avanti, sfiorando i resti della Casa Simi (m. 810 c.), e divertirsi ad esplorare questa zona, molto caratteristica per la presenza di guglie e vallette nascoste dal bosco. Una rete di tracce di animali percorre per esteso tutta la zona: sarà bene sapersi orientare e rinunciare al diversivo in caso di scarsa visibilità.

Una delle tante tracce consente di scavalcare un paio di crinali secondari e raggiungere l’ultimo, dal quale scende il pendio boscoso in direzione Sud-Est. Seguendo l’evidente spartiacque, per erba e detriti si va al Callare di Mont’Alto.

Dal passo, seguendo le indicazioni su un sasso, si trascura una traccia che scende moderatamente a destra (è il collegamento, un po’ colonizzato dalla vegetazione, per Colle a Iapoli) e si prende il sentiero che continua per il crinale, aggirando un paio di spuntoni. Una volta arrivati alla base dell’ultimo risalto, si piega verso sinistra (cioè versante Levigliani), traversando in lieve discesa.

L’ultimo risalto può essere vinto anche salendolo direttamente: i primi 30 metri sono in prevalenza rocciosi e molto erti, ma gli alberi danno una mano; in seguito la pendenza diminuisce e si esce allo scoperto. Seguendo il crinale o mantendosi da un lato, per erba, detriti e sassi mobili si sale fino in vetta (attenzione alle pietre instabili).

Al termine della breve discesa, i segni e le tracce affrontano direttamente il ripido e sconnesso pendio boscoso (un minimo di attenzione nello scegliere gli appoggi migliori per i piedi) per un dislivello di 80 metri circa, quindi si sbuca sulla sassosa cresta NNE di Sullioni. Girando a destra si arriva subito in cima (m. 1002).

In occasione di questa uscita abbiamo eretto un tumulo di sassi e collocato al suo interno una scatola metallica con un’agenda per le firme di visitatori. Questo per celebrare la vetta di Sullioni, 50ma montagna apuana salita da Vado e Torno in Montagna.

 

Discesa

Dalla cima si segue la cresta NNE poco a destra del filo roccioso, superando qualche facile roccia un po’ esposta. In breve compaiono gli alberi, in genere di carpino ma anche qualche betulla, la cui presenza sorprende un po’ in quanto è una pianta che ama i climi freddi: forse è una stazione relitta, al pari delle betulle che si trovano sotto il Passo Croce, sul versante marino del M. Corchia.

Dopo aver aggirato sulla sinistra un tratto della cresta, ci si riporta sulla destra dello spartiacque e si arriva al valico de Le Scalette (m. 923), prevalentemente erboso lato Pruno, boscoso lato Levigliani.

Il sentiero che prosegue sulla destra si dirige verso il Passo dell’Alpino, su terreno accidentato ma senza difficoltà la salita sul costone Sud-Est della quota 1062, poi facile per antichi pascoli.

Un segno bianco-rosso su un albero (sent. ex n° 123) indica la discesa per il versante Nord-Ovest. Il canale che si presenta è molto accidentato e assai ripido, con salti di roccia: prestare attenzione, specialmente in caso di terreno bagnato o ghiacciato (in questo ultimo caso è consigliabile avere con sé corda, piccozza e ramponi).

La traccia compie molti tornanti per perdere quota mantenendosi dapprima a sinistra del solco, quindi vi entra dentro. Quasi al termine del canale si nota, sulla sinistra, una piccola nicchia nella roccia che può serivre da bivacco di fortuna (il fondo è costituito da un comodo letto di foglie secche).

Alla base del canale si piega a sinistra (verso destra, non evidente all’inizio, c’è un sentiero non segnato che scende al Canale delle Volte nei pressi delle lamiere aggrovigliate). I segni invitano invece a continuare in direzione Sud-Ovest, in moderata discesa, fino al bivio a m. 755 circa con la vecchia mulattiera percorsa all’andata.

Seguendo questa in discesa, si ritorna al Canale delle Volte e trascurando a destra una traccia che sale verso Le Scalette, si seguono i segni che portano ad attraversare il fosso a circa 650 metri; si giunge infine sopra la scarpata rocciosa del primo tornante della strada Levigliani – Cave del Corchia (m. 675 c.): superando le facili rocce si prende la marmifera, tornando a Levigliani.



 

01 - Giuseppe al rudere di q. 769.jpg 02 - Giuseppe e Giuliano nei pressi del Callare di Mont'Alto.jpg 03 - Ultime roccette prima della vetta.jpg 04 - Costruzione dell'ometto di vetta.jpg 05 - Giuliano, Giuseppe, Roberto e Mirto in vetta.jpg 06 - M. Gabberi, M. Lieto, M. Ornato, M. Alto da Sullioni.jpg 07 - Sulla cresta di Sullioni.jpg 08 - Roberto e Giuliano sulla cresta N di Sullioni.jpg 09 - M. Ceto e M. Corchia da Le Scalette.jpg 10 - Giuseppe sul sentiero de Le Scalette.jpg 11 - Il sentiero de Le Scalette.jpg 12 - Roberto e Giuliano con il M. Ceto.jpg mappa sullioni.jpg