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Itinerario Forno (bivio strada per il Vergheto) 274 m - sent. 161 - Celia Caldia 472 m - Crinale Est Cima della Croce 610 m c. - Vecchia strada marmifera - Strada marmifera Cerignano/Vettolina 750 m c. - Mandriola - Sella tra Cima della Croce e M. Castagnolo 979 m - Casa Castagnolo 980 m c. - Sella tra Cima della Croce e M. Castagnolo 979 m - M. Castagnolo 1013 m - Mandriola - Strada marmifera Cerignano/Vettolina - Canal Cerignano 482 m - Biforco 375 m - Forno (bivio strada per il Vergheto) 274 m
Difficoltà E
Dislivelli salita: 791 m; discesa: 791 m
Ore effettive Forno - Celia Caldia: 1h 00';
Celia Caldia - Strada Cerignano/Vettolina: 1h 15';
Strada Cerignano/Vettolina - M. Castagnolo: 1h 00';
M. Castagnolo - Canal Cerignano: 1h 20';
Canal Cerignano - Forno: 1h 00'
Periodo migliore Ottobre - Aprile
Partecipanti Giuseppe, Mirto, Daniele
Siamo stati il 28 Settembre 2003

 

La saga dei monti poco frequentati prosegue con il M. Castagnolo. Questo monte si trova tra Forno e Resceto, sulla dorsale che scende dalla Coda del M. Cavallo che comprende la Foce della Vettolina (1020 m), la Cima della Croce (1057 m) (segnata solo sulla Carta Tecnica Regionale), il M. Castagnolo (1011 m), il M. Tallino (536 m) ed il Pizzo dell’Acqua (563 m), il M. Girello (733 m) e il M. Cipolla (663 m) (segnato solo sulla C.T.R.).

L’interesse per queste cime è per lo più esplorativo, dato che sono rare le pareti rocciose di una certa rilevanza (sul M. Castagnolo, però, è stata aperta qualche anno fa una difficile via di roccia), ma soprattutto panoramico: chi frequenterà questi luoghi resterà senza dubbio soddisfatto della veduta circolare sulle Apuane più selvagge.

 

Salita

L’itinerario ha inizio dalla strada asfaltata che da Forno sale verso Biforco: si parcheggia l’auto presso l’ampio slargo in corrispondenza del bivio per le case del Vergheto (274 m). Il sentiero n° 161 parte poco sotto e segue dapprima una stradina (segno sbiadito) che subito si trasforma in largo sentiero invaso dai detriti.
Attraversato il greto del torrente che incide la valle (generalmente asciutto; 251 m), ci si inoltra nel Canale dei Canaletti. Il sentiero, ben tracciato, si rivela essere una vecchia lizza che serviva una piccola cava, oggi in disuso, aperta sotto la Cima della Croce. La salita si svolge sempre sul versante sinistro della valle, finché non si passa il fosso; dopo alcuni metri bivio in terreno aperto: a destra si continua con il sent. n° 161, mentre a sinistra si va in breve a Celia Caldia (472 m).
Vale senz’altro la pena di visitare questo alpeggio per rendersi conto dell’abilità dell’uomo nello sfruttare le scarse risorse naturali per trarne di che sopravvivere. I terrazzi artificiali ricavati nel terreno sassoso sono delle vere e proprie opere d’arte.
Ridiscesi al bivio per Celia Caldia, si continua lungo il sentiero segnato: ad una curva verso destra bisogna proseguire a diritto, entrando nel bosco fitto, abbandonando la comoda traccia (bivio segnato male). Poco oltre, come riferimento, si incontra un grosso masso squadrato pronto per essere trasportato a valle con una slitta. Il cammino è disagevole per il terreno un po’ scivoloso e sconnesso, in più i rovi restringono il passaggio.
Questo tratto infrascato, comunque, non dura molto: lasciando sulla destra una traccia inerbita che conduce a dei ruderi (tali ruderi si trovano a circa 530 m e probabilmente sono serviti dal comodo sentiero che si è abbandonato per entrare nel bosco fitto), si prende per un castagneto e piegando verso sinistra si riattraversa il fosso, uscendo in terreno aperto.
Mentre la vecchia lizza prosegue accanto all’impluvio, il sentiero segnato prende a costeggiare il fianco del monte (qualche facile roccetta) fino a raggiungere la cresta Ovest della Cima della Croce (quota 610 m c.): qualche metro più su, ricovero in pietre di pastori.
Più avanti si perde quota leggermente, sempre traversando il fianco del monte. Un paio di tratti richiedono attenzione per le rocce ed il terreno scivoloso. Si giunge infine ad un bivio: a sinistra scende una traccia che presumibilmente conduce ad una sella (601 m) toccata da una vecchia marmifera che sale dal Canale Cerignano; a destra si sale ripidamente nel bosco rado fino a raggiungere la marmifera.
La strada termina dopo un paio di tornanti (bel panorama sulle selvagge cime circostanti). Dopo di che si continua in leggera salita sempre con il sent. n° 161, che attraversa un ripido bosco (tratto esposto, fare attenzione) e quindi un fosso asciutto. La vegetazione in qualche punto ha ristretto di molto il passaggio. 
Raggiunto un poco pronunciato costone, si tralascia una traccia che sale verso destra (probabilmente è una scorciatoia per la Cima della Croce: da verificare) continuando a costeggiare finché non si perde quota e si raggiunge un’altra strada marmifera che sale ripida dal Canale Cerignano.
Si salgono pochi metri per la strada, che si abbandona prima che questa attraversi un fosso: sulla destra prosegue il nostro sentiero, nel bosco rado di carpini. La buona traccia si porta sotto la parete (vecchia cava abbandonata), supera una zona detritica (scarti di cava) e doppia la cresta Nord-Ovest della Cima della Croce; continua ripido e poco evidente (mantenersi a ridosso della Cima della Croce) fino a raggiungere i pendii erbosi della Mandriola e, passati alcuni impluvi poco marcati, la sella prativa tra il M. Castagnolo e la Cima della Croce (979 m).
In pochi minuti è possibile andare ai ruderi della Casa Castagnolo (980 m c.), seguendo verso Nord-Est buone tracce. Dovrebbe essere possibile anche scendere a Resceto per la lizza che serviva la cava sul versante Est della Cima della Croce.
Dalla sella (979 m) si sale facilmente alla quota 1003 del M. Castagnolo per cresta erbosa. Per la cima principale, una volta raggiunta la quota 1003, bisogna scendere per qualche metro fino ad un marcato intaglio e superare un breve salto di roccia scistosa: data l’esposizione del passaggio, occorre molta attenzione. Scansando alla meglio i roccioni e gli arbusti della cresta, si raggiunge in breve l'ampia vetta della montagna (1013 m).

 

Discesa

La discesa si svolge lungo la via dell’andata fino a riprendere la strada marmifera (la seconda incontrata, salendo). Seguendola, con molti ripidi tornanti ci si cala nel Canale Cerignano (482 m): il fondovalle, il 28 Settembre 2003, si presentava completamente sconvolto da un’alluvione, per cui la marmifera non esisteva più. Con un minimo di attenzione, comunque, si scende tra i massi fino a ritrovare, a valle, la strada. 
A Biforco (375 m) si continua a scendere, lasciando a destra la marmifera che percorre il Canale Fondone, fino a ritornare al bivio con la strada per il Vergheto (274 m), poco prima di entrare nel paese di Forno.

 


 

01 - Giuseppe tra i terrazzi di Celia Caldia.jpg 02 - Mirto e Daniele a Celia Caldia.jpg 03 - Mirto e Daniele sotto la pergola.jpg 04 - M. Spallone e M. Sagro da Celia Caldia.jpg 05 - Esplorando l'alpeggio di Celia Caldia.jpg 06 - Mirto e Daniele sul crinale sovrastante Celia Caldia.jpg 07 - Panorama su Grondilice e Contrario.jpg 08 - Al cospetto del M. Cavallo.jpg 09 - Mirto e Daniele si dirigono verso i ruderi di Casa Castagnolo.jpg 10 - Mirto sulla cresta Nord del M. Castagnolo.jpg 11 - Dal M. Castagnolo verso Passo della Tambura, M. Focoletta, Alto di Sella.jpg 12 - Celia Caldia e M. della Croce dalla valle di Forno.jpg Mappa_M._Castagnolo_da_Celia_Caldia.jpg