Itinerario | Renara 310 m - Canale del Pianel Soprano - Piano di carico Lizza di Piastreta 546 m - Canale della Buchetta - Balza - Canalone ad Est della quota 888 m - Foce della Carcaranda 856 m - Serra della Buchetta - Casa custode Lizza di Piastreta 1269 m - Lizza di Piastreta - Ruderi 1066 m - Fosso del Chiasso - Piano di carico Lizza di Piastreta 546 m - Renara 310 m. | ||
Difficoltà | EE, terreno infido |
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Dislivelli | salita: 959 m; discesa: 959 m |
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Ore effettive | Renara - Balza Lizza della Buchetta: 1h 00'; Balza Lizza della Buchetta - Foce: 1h 00'; Foce - Casa custode Lizza Piastreta: 2h 00'; Casa custode Lizza Piastreta - Ruderi: 0h 25'; Ruderi - Piano di carico Lizza Piastreta: 1h 15'; Piano di carico Lizza di Piastreta - Renara: 0h 30'. |
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Periodo migliore | Primavera e Autunno |
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Partecipanti | Giuseppe, Mirto |
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Siamo stati il | 09 Ottobre 2005 |
Itinerario di grande interesse esplorativo nella zona più selvaggia delle Apuane. Necessario buon senso di orientamento e confidenza con i terreni impervi, friabili e a volte esposti.
Utile un minimo di attrezzatura di alpinismo, per fronteggiare eventuali imprevisti.
Salita
Raggiunta la Balza della Buchetta, abbiamo lasciato il sentiero che sale alla scala in ferro per prendere quella traccia intagliata sulla sinistra. La traccia va ad affrontare il canale compreso tra il Poggio della Carcaranda e la parte finale della Serra della Buchetta.
A metà canale abbiamo trovato due resti di muro a secco e un fittone metallico; poco sotto la Foce della Carcaranda, in sinistra idrografica, Giuseppe ha scoperto un ricovero ricavato tra un paio di massi: probabilmente un riparo costruito durante l'ultima guerra dai partigiani o dai fuggiaschi.
Le due cime del Poggio della Carcaranda sono molto aeree e svettanti. Quella Nord è relativamemte più facile, ma gli ultimi metri sono a strapiombo. La Sud, esteticamente più bella, appare come un pinnacolo slanciato, la cui forma ricorda il Dente del Gigante sul M. Bianco.
A detta di Giuseppe le difficoltà raggiungono senz'altro il VI grado, con fortissima esposizione; la roccia appare buona. Malgrado la presenza di qualche cespuglio di ginepro e leccio abbarbicati nelle scarse fessure, mi pare di poter concludere che queste salite sono per provetti scalatori.
Sul lato Nord della Foce della Carcaranda (856 m) alcuni sassi sembrano essere i gradini di un sentiero: il Canale della Piastrella è vicino (si sentiva lo scorrere dell'acqua): terreno comunque infido, con lastroni affioranti, terriccio e alberi.
Anziché scendere nel Fosso della Piastrella (per poi risalirlo fino alla Focicchia), ci siamo lasciati attrarre dall'ampio costone Sud-Ovest della Serra della Buchetta, erboso con rocce ed alberi sparsi. I primi 200 m sono relativamente agevoli (terreno comunque accidentato), poi il pendio si restringe fino a terminare con un dosso roccioso: i lastroni affioranti rendono molto delicata l'ascesa, ma seguendo le tracce (escrementi) dei caproni è possibile continuare ancora senza usare la corda, passando ben a destra del dosso e affacciandosi sul bordo destro di un impluvio.
Non appena possibile conviene guadagnare lo spartiacque destro dell'impluvio, dove l'erba copre di meno le rocce.
Ora il cammino è più semplice e si punta alla casa del custode della monorotaia, sulla Serra della Buchetta. Bisogna mantenersi poco a sinistra del salto che dà sul Canale della Buchetta, in quanto una traversata verso sinistra è ostacolata da salti rocciosi che fanno da sponda sinistra ad un impluvio.
Le tracce dei soliti caproni aiutano parecchio, facendo raggiungere due piccoli tagli di cava. Da questi si raggiunge la casa del custode della monorotaia, non senza l'attenzione necessaria per superare un piccolo passaggio a lastrone (infido; la mancanza di appoggi costringe ad una risalita in diagonale).
La Serra della Buchetta, vista dalla casa, non pare così facile come a prima vista a causa del terreno infido ed esposto.
Discesa
La discesa, come logico, è avvenuta lungo la monorotaia (ripidissima), osservando con occhi interessati lo Zucco Appoggiato (i due camini sono gli unici punti deboli del monte, ma le difficoltà dovrebbero essere almeno di III - IV grado). Forse è possibile seguire una cengia che dalla Focicchia gira sul versante N e poi Ovest, conducendo ai canali sommitali.
Le punte, tuttavia, essendo di aspetto monolitico, sembrano presentare difficoltà prettamente alpinistiche.
La monorotaia, lungo il Fosso del Chiasso, è ancora ben conservata; i gradini aiutano moltissimo; la pendenza è assolutamente vertiginosa. Credo che la discesa sia migliore per il sentiero che corre sul costone parallelo al Fosso del Chiasso.