Itinerario | Strada Vergemoli /Fornovolasco 723 m – sent. 134 – Le Tese 785 m – Rudere Q. 841 m – Q. 910 m c. – Le Tese 785 m – Canale sotto la Q. 861 m de I Campanili – Foce 855 m c. – Q. 861 m – Foce 855 m c. – Q. 848 m – Foce 830 m c. – Q. 867 m (Cima più alta de I Campanili) – Foce 850 m c. – Q. 857 m – Versante Sud de I Campanili – Le Tese 785 m – sent. 134 – Strada Vergemoli/Fornovolasco 723 m | ||
Difficoltà | EE, I grado, 1 passo di II grado |
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Dislivelli | salita: 383 m; discesa: 383 m |
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Ore effettive | Strada Vergemoli/Fornovolasco - Le Tese 0h 15'; Le Tese - Q. 910 m c. - Le Tese 0h 45'; Le Tese - Q. 861 m 0h 25'; Q. 861 m - Q. 867 m 0h 25'; Q. 867 m - Q. 857 m 0h 20'; Q. 857 m - Inizio sent. versante Sud 0h 25; Inizio sent. versante Sud - Le Tese 0h 40'; Le Tese - Strada Vergemoli/Fornovolasco 0h 10' |
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Partecipanti | Giuseppe Berti, Mirto Blasich | ||
Siamo stati il | 25 Gennaio 2004 |
In occasione della gita alle Tre Corna, osservando l’ampio panorama sulle Panie l’attenzione è caduta sul piccolo rilievo roccioso de I Campanili, propaggine di una cresta che scende dalla Grotta Bianca, sommità dell’Anticima Est della Pania Secca. L’ambiente ricorda il non lontano M. Rovaio, anche se su I Campanili la roccia prevale sulla vegetazione. Molto interessanti, sul versante Sud, le numerose torri rocciose che presumibilmente hanno dato il nome a tutto il monte.
Salita
L’itinerario ha inizio dalla strada che collega Vergemoli con Fornovolasco, a quota 723, dove un ampio sentiero segnato (n° 134) sale verso il valico de Le Tese: trattasi della vecchia mulattiera utilizzata prima della costruzione della strada asfaltata.
Con moderata pendenza si attraversano vecchi coltivi al di sopra di alcune case (C. Castellaccio: 719 m); da qui il rilievo de I Campanili è ben visibile. Una lapide in ricordo di una persona scomparsa precede l’ampio valico de Le Tese (785 m): un sentiero continua, scendendo verso Nord a raggiungere la strada Vergemoli/Fornovolasco presso una casa; un altro sentiero, non segnato, piega verso Est.
A questo punto era nostro proposito salire fino alla strada di M. Piglionico e cercare la Torbiera delle Rocchette. Dopo il rudere a Q. 840, iniziava ad esserci neve molto dura e naturalmente più si saliva e più la situazione peggiorava. A Q. 910 circa, non molto distanti dai roccioni delle Rocchette, abbiamo deciso di tornare indietro: questo dimostra ancora una volta che in inverno, sulle Apuane, bisogna sempre portare nello zaino i ramponi e la piccozza (che noi invece, in quest’occasione, non avevamo).
Ritornati al valico de Le Tese, guardando la Q. 861 de I Campanili che sovrasta la sella, bisogna salire fin quasi sotto le rocce dove si trova una traccia di sentiero. Seguendola, ci si porta alla base del ripido canale erboso con qualche albero che sfocia subito a destra della Q. 861. Un ripido passaggio di I grado consente di entrare nel canale: le tracce create dal passaggio degli animali risultano molto utili per salire fino alla sella (m. 855 c.) sotto la Q. 861. Da qui si può toccare senza difficoltà la Q. 861, ottimo belvedere sulle Rocchette e sull’Anticima Est della Pania Secca.
Dalla Foce a 855 m circa, si segue la facile ed ampia cresta in prevalenza boscosa, scavalcando la poco marcata Q. 848 e scendendo fino ad un’altra foce (830 m c.). La successiva risalita, per ampio pendio erboso, conduce alla cima più alta de I Campanili, 867 m (da ultimo, mantenersi leggermente a sinistra dello spartiacque poiché verso destra (Sud) c’è una certa esposizione), molto spaziosa e panoramica.
Discesa
La cresta della montagna continua presentando dalla Q. 867 un ripido tratto di rocce friabili, con i lecci che nascondono un salto sottostante, al cui termine occorre dapprima piegare leggermente verso sinistra (passo di II grado), poi a destra seguendo una piccola cengia (difficoltà di I grado). In questo modo si tocca un’altra foce (850 m circa). Malgrado l’impegno richiesto, questo tratto è la via migliore per proseguire: il monte infatti precipita con alte pareti sul lato meridionale, mentre a Nord scoscende un ripidissimo pendio molto infido di rocce friabili, alberi ed erba.
Sempre seguendo il crinale, per facili rocce si sale fino alla Q. 857, dove inizia l’ultima discesa. Divertenti passaggi su roccette portano fino ad un canalino di I grado che scende verso sinistra (Nord) consentendo di evitare il tratto finale della cresta, decisamente roccioso e con difficoltà alpinistiche.
Alla base della cresta, sul versante Nord, si trova un sentiero non segnato: è probabilmente quello che aggira tutto il monte, mantenendosi circa 50 metri sotto il culmine. La buona traccia perde quota mirando alla strada Vergemoli/Fornovolasco (come segno, è stato leggermente scortecciato qualche albero), dove in effetti termina presso una casa. Tuttavia, verso i 740 metri si trova un altro sentierino (segnato sempre da alberi scortecciati), che corre poco sotto il fianco meridionale de I Campanili.
Il percorso risulta vario ed interessante, dato che il rilievo de I Campanili si rivela molto più articolato di quanto sembri a prima vista: diverse guglie movimentano il fianco della montagna.
Il pinnacolo che cattura maggiormente l’attenzione lo si trova sulla sinistra del sentiero: slanciato e regolare da ogni parte, presenta una parete di circa 50 metri a monte, mentre a valle raggiunge i 70 – 80 metri. Per la presenza di un leccio cresciuto proprio sulla sua sommità, l’abbiamo ribattezzato “ Campanile del Leccio “: la Carta Tecnica Regionale gli assegna un’altezza di 780 metri.
Ancora un tratto pressoché pianeggiante, poi il sentiero perde quota con un paio di tornanti ed attraversa il poco marcato impluvio che scende tra le Q. 848 e 867. Una breve risalita conduce ad un rudere addossato alla parete: molto caratteristico un rampicante sempreverde che ha ricoperto una grande porzione di roccia.
Senza allontanarsi troppo dalla base della parete de I Campanili, si procede in traversata per vecchi terrazzamenti: di molte tracce parallele, conviene mantenersi su quella più alta. Sotto le rocce si trovano ancora un paio di ruderi, poco distanti l’uno dall’altro. Presso l’ultimo, è rimasta ben conservata una lastra scalpellata per raccogliere l’acqua di scolo dalla parete.
Si ritorna facilmente all’ampio valico de Le Tese (785 m), dove la comoda mulattiera porta infine al punto di partenza, sulla strada Vergemoli/Fornovolasco (722 m).